18 Maggio 2024
No menu items!
HomeIndipendenzEAutonomia Veneta e l'Ucraina "una e indivisibile" come l'Italia. A costo di...

Autonomia Veneta e l’Ucraina “una e indivisibile” come l’Italia. A costo di guerre atomiche…

Cosa c’entra l’Autonomia Veneta con la guerra in Ucraina? Eppure c’entra. Tra le cause scatenanti della guerra in Ucraina, e pretesto principale dell’invasione russa, c’è l’autonomia negata, c’è l’autodeterminazione negata alle Regioni “separatiste” dell’Ucraina popolate in gran parte da russi.

Un diritto negato a tutti i costi, anche a costo di rischiare una guerra atomica. Anche l’Ucraina, evidentemente, è “una e indivisibile”, come l’Italia…

La guerra in Europa? C’è da otto anni

Questo non significa, naturalmente, che l’invasione russa sia legittima. L’invasione di Putin è un crimine contro l’umanità. Ma quanti, nella nostra cara e civilissima Europa, si sono accorti in questi anni che nel Donbass, la regione orientale dell’Ucraina abitata in gran parte da popolazioni russe, c’è la guerra?

Una guerra vera, che dura da otto anni, con morti e feriti, e anche qualche massacro. Una guerra guerreggiata, che vede schierati gli indipendentisti filo-russi del Donbass da una parte, sostenuti da milizie russe, e dall’altra l’esercito ucraino, deciso a recuperare con la forza il territorio delle due Repubbliche indipendenti proclamate nel Donbass.

L’autonomia del Donbass e della Crimea

Alle regioni del Donbass e della Crimea, dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica, i primi governi dell’Ucraina indipendente, che erano governi amici della Russia, riconoscevano autonomie e diritti non troppo dissimili da quelli di cui gode, nella Repubblica Italiana, il Sudtirolo.

In quelle regioni, per esempio, il russo era lingua ufficiale. E lo era anche in Crimea, la penisola abitata quasi interamente da russi, che faceva parte della Russia, e che fu “donata” dalla Russia all’Ucraina, in segno di amicizia, durante l’era sovietica.

L’Ucraina europea cancella le autonomie

La situazione però è cambiata dopo il cosiddetto Euromaidan, la rivolta di Kiev che nel 2014 mise fine ai governi filo-russi inaugurando, sotto la spinta della metà occidentale dell’Ucraina, che si sente europea, una serie di governi filo-occidentali.

Governi filo-europei che abolirono le autonomie e i diritti “speciali” di cui godevano le regioni “russe” dell’Ucraina, alle quali fu persino negato il diritto di usare in pubblico la lingua russa, il diritto di usare a scuola la lingua russa, se non nelle ore di insegnamento di lingue straniere.

La reazione: la dichiarazione di indipendenza

La reazione alla cancellazione delle autonomie fu la dichiarazione di indipendenza delle due Repubbliche di Donec’k e Luhans’k, nel Donbass, e l’intervento russo per riprendersi la Crimea.

Il solco che separa l’Ucraina orientale e filo-russa dall’Ucraina occidentale filo-europea è profondo, è culturale, è religioso, è geo-politico. Ma tuttavia la guerra “nel cuore dell’Europa” che tanto ci scandalizza adesso, c’è dal 2014, ed è la guerra di uno Stato contro due Regioni indipendentiste.

Se l’Ucraina avesse mantenuto le autonomie e i diritti concessi alle Regioni del Donbass, la Russia non avrebbe avuto, nel 2014, il pretesto per riprendersi la Crimea, e non avrebbe avuto, oggi, il pretesto per invadere l’Ucraina “per difendere le popolazioni russe“.

Anche l’Ucraina “una e indivisibile”…

Tra i motivi di questa guerra, vi è quindi anche il diritto negato all’autodeterminazione di due Regioni. Anche l’Ucraina evidentemente, come l’Italia, è una e indivisibile, a costo di mandare l’esercito a bombardare gli insorti nel nome dell’indipendenza. A costo di far rischiare al mondo una guerra atomica.

Concedere un referendum di autodeterminazione

E l’Europa, ovviamente, su questo punto tace. Si parla di Nato e di metano, ma nessuno dice all’Ucraina che al tavolo delle trattative con Putin deve mettere sul piatto l’impegno a concedere alle due Repubbliche del Donbass e anche alla Crimea un referendum di autodeterminazione, magari sotto controllo internazionale, nel quale i popoli russofoni di quelle Regioni possano liberamente decidere del proprio futuro.

La Russia è Europa!

La Russia è Europa. Putin è un europeo. La Russia è un Paese europeo. Mosca e San Pietroburgo, costruita da architetti italiani sul modello di Venezia per volontà di Pietro il Grande, che di Venezia era innamorato, sono città europee, capitali di un Impero che per secoli ha partecipato al grande gioco europeo.

La letteratura, la musica, l’architettura, la pittura russe sono europee. La storia della Russia è storia europea, dal medioevo ai giorni nostri: è stata la Russia a stroncare i sogni criminali di Napoleone e di Hitler.

Putin visita la casa di Dostoevskij. Foto dell’Ufficio Stampa del Cremlino

La richiesta al sindaco di Firenze di abbattere la statua di Dostoevskij, la rinuncia a far lavorare alla Scala un grande direttore d’orchestra russo amico di Putin sono più che follie: sono bestemmie.

Il nemico sconfitto è il Comunismo, non la Russia

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, Germania e Italia non sono state trattate come nemici sconfitti. Sono state aiutate a risorgere, sono state protagoniste della nascita dell’Europa unita. Il nemico sconfitto era il Nazismo e il Fascismo, non i tedeschi e gli italiani.

Allo stesso modo, dopo che la Guerra Fredda si è conclusa nel modo migliore, quasi senza sparare un colpo, il nemico sconfitto era il Comunismo, non la Russia, che del Comunismo fu vittima. E si doveva lavorare insieme a chi vedeva già all’orizzonte la piena democratizzazione della Russia, la Russia tornare nell’Europa, com’era stato nei secoli passati, prima della Cortina di Ferro, prima della parentesi comunista.

Autodeterminazione, diritto di tutti i popoli

Di fronte alla frantumazione dell’impero sovietico che ha fatto riemergere Stati antichi ma anche confini innaturali decisi a tavolino pochi decenni fa, tracciati sulla testa dei popoli, si doveva mettere come architrave dell’Europa Unita il diritto dell’autodeterminazione dei popoli.

Quel diritto che il nostro Alessio Morosin ci ha insegnato, nel suo bellissimo libro “Democrazia”, essere un diritto che tutti i popoli hanno, e mantengono sempre, anche se non è scritto nelle Costituzioni, perché è un diritto che viene prima delle Costituzioni, ed è l’esercizio di quel diritto che genera le Costituzioni stesse.

Donbass come Catalogna, Scozia, Veneto, Sardegna

Il diritto all’autodeterminazione è di tutti i popoli, del Donbass come della Crimea, della Catalogna e dei Paesi Baschi, della Corsica come della Sicilia, del Veneto come della Sardegna, della Scozia come dell’Irlanda del Nord, del Tibet come di Hong Kong.

Se vuol essere il modello della libertà, l’Europa può difendere l’Ucraina dall’invasione russa, ma non può difendere il diritto dell’Ucraina a negare l’indipendenza alle Regioni del Donbass che la invocano.

L’esercito contro gli indipendentisti, non è Europa

L’Europa non può negare il diritto della Catalogna, della Scozia, del Veneto all’autodeterminazione.

Non può girarsi dall’altra parte, quando gli Stati nazionali mandano l’esercito contro chi chiede un regolare e democratico referendum per l’indipendenza, come ha fatto la Spagna in Catalogna, o quando l’Ucraina chiede di entrare nell’Unione Europea e intanto muove l’esercito contro gli indipendentisti del Donbass.

Basta con gli Stati “uni e indivisibili”…

Basta con gli Stati “uni e indivisibili”, il nazionalismo ha già fatto abbastanza danni nel secolo scorso, vogliamo continuare anche in quello presente?

 

 

 

 

- Advertisment -

I PIU' POPOLARI