28 Marzo 2024
No menu items!
HomeMondo VenetoVerona, il Pd fa ammainare il Leone di San Marco in piazza...

Verona, il Pd fa ammainare il Leone di San Marco in piazza delle Erbe: la folle guerra all’identità veneta

Verona, in Piazza delle Erbe si combatte la folle guerra del Pd al Leone di San Marco. Una guerra che meriterebbe di essere seppellita con una risata, se non fosse l’ennesimo episodio della ormai secolare lotta dell’Italia per depotenziare l’identità veneta.

In Piazza delle Erbe sventola, da un paio d’anni, la Bandiera Contarina: la più bella, la meglio conservata bandiera storica della Repubblica Veneta. L’originale, conservato al Museo Correr a Venezia, era issato sulla galera del Doge Domenico II Contarini, nella seconda metà dei Seicento.

La bandiera della Serenissima in piazza delle Erbe

A volere la bandiera della Serenissima in Piazza delle Erbe è stato il Comitato Pasque Veronesi, non solo per ricordare la secolare appartenenza di Verona alla Veneta Repubblica, ma anche per testimoniare che proprio lì, in Piazza delle Erbe, l’insurrezione popolare dei cittadini veronesi contro l’occupazione napoleonica si concentrò proprio sul mantenimento del vessillo del Leone di San Marco, che i francesi avrebbero voluto distruggere, come fecero con migliaia e migliaia di vessilli marciani e Leoni in pietra, in tutto il territorio della Repubblica veneta.

La Repubblica italiana come Napoleone

La Repubblica italiana non si comporta in maniera troppo diversa dai giacobini di Napoleone. Sui pennoni “ufficiali”, infatti, le norme italiane, debitamente interpretate restrittivamente dai burocrati, consentono l’esposizione della bandiera della Regione del Veneto soltanto ove ci siano almeno tre pennoni affiancati, nei quali si deve vedere il Tricolore al posto d’onore, la bandiera europea al secondo rango, e la bandiera regionale al terzo posto.

LEGGI ANCHE L’eroica vita di Bartolomeo Minio: quando Cristoforo Colombo faceva il corsaro

LEGGI ANCHE Biblioteca Marciana, lo strano caso del libro indipendentista rifiutato

E naturalmente è consentita unicamente la bandiera ufficiale della Regione Veneto, mai e poi mai l’aborrita bandiera storica della Veneta Repubblica. Ove il pennone è uno solo, poi, secondo l’interpretazione restrittiva che va per la maggiore, sarebbe consentito issare soltanto il Tricolore.

25 marzo, innalzata la Bandiera Contarina

L’esposizione della bandiera storica della Veneta Repubblica in piazza delle Erbe, pare sia stata permessa soltanto grazie ad una fortunata coincidenza: il pennone non è tra quelli “ufficiali”, e quindi vi sarebbe libertà di issarvi la bandiera che si desidera. E su questo ha fatto vittoriosamente leva il Comitato Pasque Veronesi e il Comitato Veneto Indipendente, cui va il merito di aver fedelmente riprodotto, dall’originale, la storica e bellissima Bandiera Contarina.

La Bandiera Contarina che sventolava sulla galea personale del Doge Domenico II Contarini

Il vessillo della Serenissima fu innalzato il 25 marzo, ricorrenza della fondazione di Venezia, per decisione della giunta comunale veronese, durante una celebrazione storica, e non venne più ammainato.

I giacobini di oggi, ancora nemici del Leone di San Marco

Naturalmente la cosa non è mai stata digerita dai giacobini di oggi, che duecent’anni dopo continuano a sentirsi nemici del Leone di San Marco.

Per mesi e mesi hanno tentato di far ammainare quella bandiera, senza riuscirvi anche per l’evidente gradimento per la bandiera del Leone dalla grande maggioranza dei Veronesi. Tanto che si progettava di formalizzare una “concessione” del pennone di Piazza delle Erbe ai Comitati, in modo da rendere permanente la presenza del vessillo storico della Serenissima.

I consiglieri del Pd: ammainate la bandiera veneta

Ma finalmente con l’avvicinarsi della festa nazionale italiana del 2 giugno, i consiglieri di quartiere del Pd hanno sferrato il colpo e sono riusciti a coronare il sogno del più ostinato tra di loro, Franco Cacciatori. In Consiglio di Circoscrizione è infatti passato un ordine del giorno – già prontamente applicato -, che intimava di ammainare la bandiera della Serenissima e di issare sul pennone di Piazza delle Erbe il Tricolore italiano.

L’operazione è stata resa politicamente possibile dal saldarsi di una non troppo strana concordanza di intenti tra la sinistra del Pd da una parte, una lista civica e la destra nazionalista di Fratelli d’Italia dall’altra.

La Lega si schiera con i comitati indipendentisti

A difendere la bandiera  della Serenissima è rimasta solo la Lega, che si schiera con i comitati indipendentisti. “Non vedo proprio quale necessità ci fosse di togliere da piazza delle Erbe la bandiera dello Stato Veneto, del quale Verona ha fatto parte per quasi quattrocento anni – ha dichiarato Nicolò Zavarise, commissario provinciale della Lega – è un simbolo identitario che arricchiva, con la sua bellezza, il cuore di Verona”.

Franco Cacciatori canta vittoria

Canta vittoria, invece, il presentatore dell’ordine del giorno ammaina-Leone, Franco Cacciatori: “Finalmente, dopo troppo tempo, è finita l’occupazione e Piazza delle Erbe è tornata a far parte della Repubblica Italiana” è stato il suo soddisfatto commento.

Le parole di Franco Cacciatori dicono bene quale sia l’animosità che i giacobini di oggi conservano ancora contro l’amore che, oggi come duecent’anni fa, il popolo veneto dimostra alla Serenissima. Che Verona e il suo più bel salotto, cioè piazza delle Erbe, siano oggi territorio della Repubblica Italiana, non è purtroppo in discussione.

La Storia è Storia, solo per festeggiare Napoleone?

Quello che è in discussione, è la repressione e l’oscuramento di ogni sentimento di amore alla Veneta Repubblica. Quando ci chiedono di festeggiare Napoleone, o di restaurare i monumenti alle battaglie della sua conquista del Veneto, come avviene a Rivoli, o quando fanno ritornare a Venezia statue dell’uomo che depredò la capitale della Serenissima, i giacobini di oggi ci spiegano che la Storia è Storia e va rispettata anche quando non piace.

Noi rispettiamo la Storia, ovviamente. Da onesti e umili cronisti, sappiamo che i fatti sono fatti e non debbano venir mistificati, negati od omessi.

Rispetto della Storia, a senso unico

Ma non si può chiedere il rispetto della Storia a senso unico. Se è Storia la breve e devastante meteora napoleonica, non sono Storia anche i quattrocento anni di Verona nella Serenissima? Se per rispetto della Storia dobbiamo perfino digerire che il Veneto occupato e depredato eriga monumenti all’invasore, possibile che al popolo veneto sia vietato issare l’antica bandiera, simbolo della nostra identità?

 

 

- Advertisment -

I PIU' POPOLARI