19 Aprile 2024
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“Venezia è caduta” di Paolo Scandaletti: la fine ingloriosa della Repubblica

Più di duecento anni fa, precisamente il 12 maggio del 1797, contraddicendo una storia millenaria e gloriosa, i nobili del Maggior Consiglio decidono di mandare a fondo la Serenissima.

Mentre Tiepolo e Canaletto, Guardi e Longhi, Vivaldi e Tartini, Goldoni e Casanova l’hanno riportata agli antichi splendori; mentre continuano i fasti di vita raffinata e gaudente, avendo perduto fiducia in sè stesso e portato a consunzione le sue originalissime istituzioni, il patriziato apre le porte a Napoleone.

Vivace biografo di Antonio da Padova, Galileo e Gaspara Stampa, Paolo Scandaletti raccolta questa storia fitta di contraddizioni, esaltante e malinconica insieme: nella più brillante capitale europea, i nobili recitano stancamente il loro ruolo politico, sia pure sostenuti da uno stuolo di diplomatici, spie e cortigiane senza pari; i borghesi, sperimentati e accorti, guidano gli uffici dello Stato o badano alle professioni e agli affari; il popolino sgobba, canta e balla appena può.

Finito il dominio sui mari d’Oriente, pur volgendo lo sguardo verso la Terraferma, Venezia non percepisce quel soffio di idee illuminate e di innovazioni produttive che viene dalle grandi città europee e dalle nascenti potenze mondiali e che la sta mettendo fuori gioco. Così, è la fine ingloriosa del più glorioso stato italiano.

Storia di più di due secoli fa, ma anche metafora della situazione italiana: una società civile, colta e vitale, retta da uno Stato oltremodo invecchiato e da una classe politica inetta.

Stampato da Neri Pozza Editore (Vicenza, I° edizione 1997)Volume suddiviso in quattro parti:Prima parte – Le cose dei patriziSeconda parte – Le cose dei comuni mortaliTerza parte – La bella vitaQuarta parte – La fine ingloriosaVi è anche una parte bibliografica e le tappe principali, dalla nascita alla fine della Repubblica.

Stefano Veronese

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