28 Marzo 2024
No menu items!
HomeLibri"Destinazione Arborea. Storie de migrasion, fameje e fadighe dei Veneti de Sardegna"

“Destinazione Arborea. Storie de migrasion, fameje e fadighe dei Veneti de Sardegna”

“Destinazione Arborea. Storie de migrasion, fameje e fadighe dei Veneti de Sardegna” è il titolo di un bel volume curato da Alberto Medda Costella, storico e docente nato in Sardegna ma con solide radici venete, che è qualcosa di più di un libro.

È è la testimonianza diretta, dalla viva voce dei protagonisti, dell’epopea di tante famiglie venete e furlane mandate in Sardegna, a partire dagli anni trenta del secolo scorso, per bonificare una zona ricca di stagni e … zanzare che poi sarebbe diventata, appunto, Arborea, una comunità che fino al 1943 si chiamava Mussolinia di Sardegna.

Veneti di Sardegna, le storie in lingua veneta

Qualcosa di più di un libro perché leggendo le storie dei protagonisti, e qui sta la bravura e la sensibilità di Medda Costella, trascritte con grande attenzione in quella lingua veneta che è diventata lingua veicolare anche per chi veneto non era… e sembra quasi di sentirle, le loro voci, le loro inflessioni, le loro sottolineature come quelle della famiglia Trevisan di Meduna, sinistra Piave, che ricordano appunto la loro parlata con le parole tronche “El mus col caret l’è ‘ndà int’el fos”

Particolarmente interessante la ricerca dell’architetto Roberto Arfeli sugli edifici rurali di Arborea; i vari pezzi e le interviste sono intervallati dalle poesie, rigorosamente in veneto, di Gianni Sardo, famiglia di origine vicentina  attualmente assessore comunale,  a volte spassose, a volte struggenti.

Aldo Rozzi Marin e Luciano Sandonà

Fondamentale per la realizzazione del volume è stata l’opera di Aldo Rozzi Marin, presidente dell’associazione “Veneti nel Mondo” e del consigliere regionale Luciano Sandonà “padre” della legge che ha istituito il “Registro dei Comuni Onorari del Veneto” e che ha visto proprio Arborea primo comune insignito di tale titolo.

Alberto Medda Costella mi ha onorato chiedendomi di scrivere la prefazione a questo prezioso volume, che Vi ripropongo:

L’emigrazione dopo l’annessione

Pochi fra i 5 milioni di veneti sanno che esiste un altro Veneto al di fuori del Veneto … altrettanti veneti, o forse di più, vivono infatti nei cinque continenti; un’emigrazione biblica, iniziata subito dopo l’annessione del Veneto all’Italia nel 1866, quando le spaventose condizioni nelle quali si trovò il nostro popolo  costrinsero  paesi interi ad emigrare, con il prete in testa,  in cerca di fortuna soprattutto verso la Merica, dove crearono un nuovo Veneto mantenendo saldi i principi e i valori del “vecchio”, mantenendo salde le tradizioni, mantenendo la propria lingua, gli usi e i costumi.

Un’altra grande ondata migratoria caratterizzò la nostra Terra veneta subito dopo la prima guerra mondiale e fu sia interna che all’estero e così pure dopo la seconda guerra mondiale anche se quest’ultima fu prevalentemente verso le grandi aree industrializzate del nord Italia; né va dimenticata l’emigrazione che seguì la catastrofica alluvione del Po nel 1951, anche questa in buona parte verso la Lombardia e il Piemonte.

Una pagina a parte andrebbe riservata all’emigrazione temporanea, stagionale che ancor oggi caratterizza alcune zone del Veneto (e penso soprattutto ai gelatieri del bellunese).

L’emigrazione veneta nell’Italia

All’interno di questo mondo dell’emigrazione veneta, una storia particolare è quella collegata alle bonifiche , e qui troviamo le esperienze di Arborea, di Latina e di Alberese nella Maremma toscana; e Arborea merita un’attenzione particolare e bene fa l’amico Alberto Medda Costella a raccogliere in questo prezioso volume un patrimonio di esperienze, di ricordi, di vite vissute, un volume che spero possa avere la giusta diffusione anche nel nostro Veneto in modo da riempire un vuoto di conoscenza che è preoccupante , frutto del totale disinteresse della scuola italiana verso il mondo dell’emigrazione, veneta e non solo.

I rapporti con i Veneti nel mondo

Ho avuto modo di avvicinarmi al mondo dell’emigrazione veneta, e di rimanerne profondamente coinvolto,  oltre vent’anni fa, nel 1993, quando mi ritrovai assessore regionale ai rapporti con i veneti nel mondo e fu un’esperienza bellissima nella quale venni a contatto con un mondo straordinario nei confronti del quale ho ancor oggi dei sensi di colpa … avrei dovuto fare di più, il mondo dell’emigrazione veneta merita molto e molto di più da parte dei veneti che hanno la fortuna di continuare a vivere nella Terra che da loro prende nome; e qui permettetemi di ringraziare l’amico Aldo Rozzi Marin e tutta l’associazione “Veneti nel mondo”  che mi permette di continuare di restare in contatto con questo mondo.

Gratitudine

Ci sono due sentimenti che hanno il sopravvento sugli altri e che vorrei esprimere nei confronti di quei veneti che hanno lasciato la nostra Terra: il primo è di gratitudine.

Se il Veneto del terzo millennio è quell’isola relativamente felice che tutti conosciamo  lo si deve anche a quei veneti che, emigrando soprattutto nell’otto-novecento,  hanno permesso a coloro che sono rimasti una vita più dignitosa… pensiamoci bene, all’epoca non c’era pane per tutti… e oltre a questo dobbiamo ricordare le rimesse dei nostri fratelli emigrati che sono state determinanti in tante e tante famiglie.

Gratitudine, grande gratitudine verso i nostri fratelli emigrati, anche per la loro capacità di mantenere il patrimonio culturale del Veneto; il Brasile in questo senso fa storia a se, è qualcosa di straordinario, di irripetibile, ma anche ad Arborea ho potuto toccare con mano la volontà e la capacita di valorizzare l’identità veneta in un felice rapporto con la comunità sarda.

Orgoglio

Il secondo è di orgoglio, di profondo orgoglio per quello che hanno saputo fare i veneti nel mondo, con sacrifici immensi, disumani, e penso ai veneti emigrati in Brasile, presi in giro da gente senza scrupoli che prometteva loro di portarli nel paese della cuccagna, dove si facevano tre, quattro raccolti all’anno e dove  invece hanno trovato miseria e disperazione, un picco e un badile per disboscare boschi infiniti, in mezzo a serpenti e bestie feroci…bene, i veneti nel mondo hanno saputo affermarsi, imporre la nostra civiltà, la civiltà del lavoro, si sono realizzati  e oggi sono classe dirigente in tutti i continenti; e anche Arborea, in questo senso, è la dimostrazione concreta della capacità imprenditoriale della nostra gente.

L’emigrazione veneta è una pagina della nostra storia della quale dobbiamo essere orgogliosi; non ci sono “buchi neri” nella nostra storia e invece, per tanto tempo, il mondo della scuola, della cultura e dell’informazione hanno volutamente ignorato tutto questo … quasi dovessimo vergognarci di essere stati poveri, di dover emigrare … non abbiamo nulla da vergognarci, non abbiamo nulla da nascondere, anzi, ripeto, dobbiamo essere orgogliosi di quello che milioni di veneti hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno in tutto il mondo.

Buona lettura a tutti, on strucon all’amico Alberto con l’augurio che questo volume possa contribuire a far conoscere maggiormente Arborea e quello straordinario universo che è costituito dal mondo dell’emigrazione veneta.

Ettore Beggiato

 

 

 

 

- Advertisment -

I PIU' POPOLARI