20 Aprile 2024
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Irpef, Calderoli impugna Zaia: se questo è il governo dell’Autonomia, stemo freschi…

Guerra delle autonomie tra Venezia e Roma. E scontro clamoroso nella Lega, tra il presidente del Veneto Luca Zaia e il ministro “per le autonomie”, Roberto Calderoli. Il governo di Giorgia Meloni, proprio su proposta del ministro Calderoli, ha impugnato la Legge di Bilancio della Regione Veneto, la norma fondamentale votata dal Consiglio regionale il 20 dicembre dell’anno scorso.

Giorgia Meloni a Venezia e in sovraimpressione la sua condanna del referendum

Motivo dell’impugnazione, una disposizione contenuta nella legge di bilancio del Veneto, che dispone l’acquisizione al bilancio regionale delle “maggiori entrate” fiscali derivanti dal recupero dell’evasione Irap e dell’addizionale regionale Irpef.

Tasse, la piccola fetta che rimane in Veneto

Una disposizione certamente “autonomista”, che fa rimanere in Veneto una piccola fetta delle tasse pagate dai cittadini veneti: una trentina di milioni, nulla di particolarmente eccitante a fronte del mastodontico residuo fiscale di una Regione che ogni anno viene “espropriata” di venti miliardi circa. E nulla di inventato: lo consente una legge statale in vigore da anni.

La norma si intitola “Partecipazione al recupero dell’evasione“, norma poi ripetuta, ampliata, codificata negli anni successivi e tuttora in vigore, addirittura con “accordi” tra Regioni e Comuni e Agenzia delle Entrate, che per consentire ai Comuni una lotta più efficace all’evasione fiscale mette loro a disposizione le proprie banche dati.

Il patto per la lotta all’evasione

Con queste norme, in pratica, lo Stato fa un patto di leale collaborazione con le Regioni e con i Comuni: se voi vi impegnate a combattere l’evasione fiscale, io lascio a voi una parte o anche tutto il maggior gettito fiscale che riusciamo a recuperare sulle tasse regionali. Una sorta di “incentivo” a combattere l’evasione.

Roberto Calderoli a Venezia con Luca Zaia

Ebbene, immancabilmente anche in questo il Veneto si è mostrato “virtuoso”, recuperando ogni anno una quota di evasione fiscale. Cos’ha fatto, Zaia, di tanto riprovevole? Ha applicato il principio ormai consolidato della partecipazione degli enti locali al maggior gettito conseguente al recupero dell’evasione anche all’Irap e all’addizionale regionale Irpef, che è una delle tante tasse apparentemente regionali, che in realtà nascondono “quote” che vanno allo Stato.

Inoltre, Zaia ha applicato il “trattenimento in Regione” non solo al gettito recuperato dopo controlli e contestazioni puntuali, ma anche a quello recuperato tramite il cosiddetto ravvedimento operoso.

In sostanza, dopo un controllo, il contribuente riceve un avviso bonario, in cui gli si comunica che c’è qualcosa che non va e gli si offre di pagare sanzioni ridotte se si mette in regola. Spesso il contribuente, per evitare sanzioni peggiori, si “ravvede” e paga. Secondo il governo, in questo caso la Regione non ha diritto a trattenere il gettito recuperato. Secondo Zaia, invece, sempre di lotta all’evasione si tratta, anche se esercitata tramite avviso bonario, e quindi si applica la norma che riserva il maggior gettito recuperato alla Regione.

La truffa della tassa “regionale” che va allo Stato

In Veneto tra l’altro, l’addizionale regionale Irpef è costituita esclusivamente dalla quota statale, perché la Regione non ha applicato nessuna aliquota regionale. Quindi i contribuenti veneti trovano, a danno delle loro buste paga e dichiarazioni dei redditi, la famigerata dizione “Addizionale regionale” e credono di pagare tasse a Zaia, ma in realtà è una truffa: quei soldi vanno tutti allo Stato.

Orbene, il virtuoso Veneto, recuperando anno dopo anno quote di evasione fiscale, produce un maggior introito fiscale anche per l’addizionale regionale, che in realtà è interamente statale. Soldi – sia pure soldi di tasse evase – che sarebbero rimasti in Veneto, usati per andare al bar e al ristorante in Veneto, per ristrutturare abitazioni e comperare beni in Veneto, se non vi fosse stata l’azione di lotta all’evasione fiscale, che ha costretto a versare quei denari al Fisco.

La lotta all’evasione impoverisce chi la fa

La pretesa di Zaia è di conteggiare come maggior gettito fiscale da recupero di evasione, e quindi da lasciare in Veneto, anche il recupero di evasione sull’addizionale “pseudo-regionale”, e di conteggiare l’intero gettito recuperato, sia quello con ispezioni, cartelle esattoriali e intimazioni di pagamento, sia quello da “ravvedimento operoso” ottenuto comunque dopo controlli sui contribuenti e minacciando sanzioni più severe in caso di mancata regolarizzazione. Non sembra una pretesa campata per aria.

Se la norma lascia alle Regioni il maggior gettito da recupero di evasione delle tasse regionali, perché mai dovremmo considerare attività di contrasto all’evasione soltanto quella condotta manu militari, magari dopo estenuanti battaglie in commissione tributaria, e non quella che mira a convincere, a ottenere l’adesione volontaria del contribuente, e porta comunque a un recupero delle somme evase?

Se lo Stato vuole incentivare l’azione degli enti locali contro l’evasione fiscale, non può drenare il maggior gettito che ne deriva, altrimenti gli enti locali non avrebbero alcun interesse a combattere l’evasione, anzi avrebbero interesse a favorirla, perché una maggiore evasione fiscale aumenta la quota di reddito che rimane in Regione, mentre una buona lotta all’evasione impoverisce la Regione che la fa, aumentando il flusso di denaro sottratto ai contribuenti.

In un Paese normale ci sarebbero proteste di piazza

In un Paese normale, la gente comune e anche i partiti di opposizione sarebbero scesi in piazza per difendere l’interpretazione di Zaia e protestare contro l’enormità di un ministro leghista “per l’autonomia” che invece di difendere l’autonomia regionale la calpesta e la impugna, ricorrendo a interpretazioni restrittive e burocratiche delle norme esistenti. Da noi non s’è udita volare una mosca: da Matteo Salvini, neppure un twit tra i tanti. La stampa del Sud festeggia le crepe nel fronte dell’Autonomia, e le opposizioni attaccano Zaia: stanno sempre dalla parte del centralismo!

Se questo è il governo dell’Autonomia, stemo freschi…

Zaia resisterà “nell’interesse dei veneti” all’impugnazione di Calderoli e del governo Meloni: tra Stato e Regione si annuncia l’ennesimo scontro in Corte Costituzionale.

Nell’augurare buon vento al ricorso del Veneto alla Corte, pensiamo con un certo raccapriccio a cosa mai potrà venir fuori di buono dall’autonomia differenziata chiesta dal Veneto e dalla Lombardia, se i padri di queste norme sono gli stessi che oggi impugnano leggi regionali e difendono interpretazioni delle norme nazionali sempre restrittive, sempre a danno delle autonomie regionali. Se questo è il governo dell’Autonomia, stemo freschi…

 

 

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