28 Marzo 2024
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Elezioni regionali a settembre, Zaia nei sondaggi oltre l’80%

Le scuole non faranno neanche in tempo ad aprire che chiuderanno per le elezioni. Il 20 e 21 settembre il governo nazionale ha fissato l’election day: tutto insieme, elezioni regionali e referendum costituzionale, elezioni suppletive per il Parlamento (anche in Veneto, per la morte del parlamentare Stefano Bertacco, di Fdl) ed elezioni comunali in un migliaio di Comuni, tra cui anche Venezia.

Una scelta, quella dell’election day, voluta dal governo nazionale per portare più gente ai seggi e assicurare così la vittoria del Sì al referendum costituzionale che confermerà il discusso taglio dei parlamentari con mantenimento però di entrambe le Camere: scelta criticata da molti costituzionalisti per motivi di tecnica elettorale, perché in questo modo i collegi elettorali si ingrandiscono a dismisura, allontanando ancora l’elettore dall’eletto e impedendo a città anche di medie dimensioni di avere voce in Parlamento. Oggi infatti ci sono, alla Camera, circa 600 eletti a rappresentare circa 60 milioni di italiani: un eletto ogni centomila cittadini. Se per ridurre i parlamentari si eliminasse il Senato, il rapporto tra rappresentanti e rappresentati resterebbe invariato: ci sarebbe sempre una voce in Parlamento per ogni centomila italiani. Ma se – per fare i conti facili – si dimezzano i parlamentari mantenendo le due Camere, in ciascuna delle due si dimezzano i seggi, e quindi servononon più centomila cittadini, ma duecentomila, per determinare un eletto: un bacino elettorale enorme, che impedisce il contatto diretto tra eletti ed elettori e consegna quindi ai partiti, che già “nominano” gli eletti, un’altra fetta di potere.

I nove concorrenti (senza speranze) di Zaia

In Veneto si vota per rinnovare il consiglio regionale. Per la poltrona di presidente, a correre sono in dieci, ma nove sono senza speranza. Luca Zaia non ha rivali. Sempre fortissimo, il governatore più amato d’Italia dai suoi cittadini si è ulteriormente rafforzato grazie all’intelligente gestione della crisi Covid, nella quale il Veneto è stata la Regione che meglio ha saputo reagire. I sondaggi danno la vittoria di Zaia a quote anche superiori all’80 per cento, una cosa mai vista.

Gli sfidanti senza speranza sono Arturo Lorenzoni, già vice sindaco di Padova, per il Pd e per la lista d’appoggio “Il Veneto che Vogliamo”. Poi Daniela Sbrollini per i renziani, i socialisti, i repubblicani e una civica “per il Veneto”; Paolo Benvegnù per Rifondazione Comunista, sostenuto dalla lista “Solidarietà Ambiente Lavoro”. Per il Movimento 5 Stelle corre Enrico Cappelletti, mentre Patrizia Bartelle, consigliera regionale polesana ex Cinquestelle, si candida con “Veneto ecologia e solidarietà” nella cordata “Italia in Comune” dell’altro ex Cinquestelle Federico Pizzarotti. Il progetto di unire la galassia autonomista e indipendentista non è riuscito del tutto: in corsa, ma separati, ecco Antonio Guadagnini per il Partito dei Veneti, e Ivano Spano per “Indipendenza Noi Veneto – Autonomie Ambiente”. Si candida anche l’ex parlamentare trevigiana Pd, Simonetta Rubinato,  con un’altra lista autonomista. E infine Paolo Girotto, per il Movimento 3V Libertà di Scelta.

Zaia troppo forte e l’imbarazzo di Salvini

Le sole “incertezze” sulla strada spianata per il terzo mandato a Zaia riguardano i giochi interni alla Lega. Il consenso al governatore uscente è tale – in moltissimi Comuni supera persino il 90 per cento – che il segretario leghista, Matteo Salvini, teme un oscuramento totale della lista ufficiale della Lega, a vantaggio delle liste “personali” che appoggiano Zaia. Salvini vorrebbe quindi che le liste Zaia si riempissero di “signori nessuno”, e vorrebbe vedere tutti i big della Liga Veneta, e in particolare i fedelissimi di Zaia, nella lista della Lega. Ma data la forza di Zaia, che inevitabilmente attrae voti alla lista personale a detrimento della lista di partito, si rischierebbe di escludere dal Consiglio regionale molti nomi importanti, molti fedeli e sperimentati collaboratori del governatore, con esperienza di governo. E sono proprio loro che vogliono entrare nella corazzata Zaia, che garantirà l’elezione. Quindi, alla fine, un equilibrio lo si troverà, e probabilmente non sarà quello che Salvini desidererebbe. Ma bisogna tener conto della realtà, e la realtà si chiama Luca Zaia.

 
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