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1 giugno 1482: Adria è Serenissima

Agli inizi di maggio del 1482 Adria si arrende all’assalto veneto nella Guerra del Sale. Nelle settimane successive si recano a Venezia come nunzi della Comunità Adriese, Ser Donà di Donà e Cristoforo Mezzanato.

Con le Autorità Venete e nella figura del Doge Giovanni Mocenigo i due nunzi adriesi trattano ed ottengono la riconferma di una serie di Capitoli e dei Privilegi che porteranno nei due anni successivi la città di Adria a far parte dei territori della Terraferma Veneta. 1 giugno 1482: Adria è Serenissima.

Immagine appartenente ai nobili adriesi Bocchi della città di Adria sul finire del settecento (foto web)
Immagine appartenente ai nobili adriesi Bocchi della città di Adria sul finire del settecento (foto web)

 

I Capitoli accordati dalla Veneta Repubblica

Tra i capitoli accordati da evidenziare i seguenti:

– Due stendardi colle beate insegne marchesche, da collocarsi sulle due
piazze di Adria onde onorarli come Dio in terra.

-Di non esser costretti andare o prestarsi comunque in alcun fatto d’arme,
tranne che il principe vi vada personalmente.

-Che sia immune la città da ogni gravezza reale e personale come
in passato.

-Che l’ufficio del notariato in città di Adria e sua giurisdizione non
possa essere esercitato che da cittadini originali di detta città .

-Che quanto a’ dazi d’ entrata ed uscita siano alle condizioni de’ fedeli padovani .

-Che tutte le condanne spettino al Comune, tranne quelle di ribellione .

-Che la giurisdizione della città si estenda sino a Villanova.

-Che il magnifico reggimento abbia mero e misto impero cum gladii
potestale come in passato.

-Che il Comune serbi le sue entrate, pedaggi e passi.

-Che la Signoria somministri al Comune il sale al prezzo di denari 7
al moggio veneziano, e 500 staja di frumento al prezzo di Venezia.

-Che il Magnifico Reggimento faccia ogni anno in ottobre la descrizione
delle biade e delle bocche in Adria e giurisdizione, e quella biada che
occorresse si estragga da Venezia.

-Che pel passaggio alla Tornova siano a paro quanto alle bollette a
que’ di Loredo (Loreo).

-Che il Reggimento sieda ogni giorno al Tribunale “in vesperis” per render ragione.

-Che il Vescovo risieda in Adria , o vi tenga sufficiente luogotenente
ossia suffraganeo.

-Che siano restituite al capitolo le decime usurpate da’ Marchesi ; che
i dieci canonicati siano coperti da cittadini originarI, che facciano continua residenza .

-Che nulla si paghi al Reggimento salvo il salario tassato dalla Signoria
e quattro soldi delle bollette .

-Che siano in città quattro Massari due di Castello e due della Tomba,
che amministrino assieme coi Consiglieri.

Cippo a sostegno del Gonfalone Marciano datato 1559
Cippo del Gonfalone Marciano datato 1559 (foto autore)

Venezia invia un Nobil Homo come Podestà

Il 15 ottobre, in Pregadi si decretò che sia inviato un Patrizio per Podestà con 70 ducati all’anno di salario e l’obbligo di avere con sè un Cancelliere ed
un Commilitone, dando loro 50 lire di piccoli di salario annuo ad entrambi.
Tutto ciò nella medesima forma e alle stesse condizioni con cui furono eletti quelli
di Lendinara e Badia.
Il 31 ottobre Alvise Basadonna, Sindaco, Provveditore, e Avogador
della città di Adria e di tutto il Polesine di Rovigo Provveditore ,
incaricava a sua volta Francesco Bullo come Castaldo di Corbola e Papozze, “Giudice d’arzeri” da Polesella sino al mare con molte facoltà. Adria rimarrà Veneta sino al 7 giugno 1484 quando con la Pace di Bagnolo, gli Estensi ne riprenderanno possesso. Sarà solo un arriverderci poichè con la Guerra della Lega di Cambrai, Adria si ricorderà della Veneta Repubblica, farà solenne “Deditio” e le rimarrà Fedele sino al tramonto nel 1797.

Tratto da: “Il Polesine di Rovigo” di F.A. Bocchi (1861).

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