Un libro inaspettato di cui c’era bisogno, che racconta l’indipendentismo e il Veneto degli ultimi quarant’anni con sentimento da un punto di vista per nulla scontato.

Un freddo sabato pomeriggio di gennaio girovagavo con mio figlio ormai adolescente per Venezia, di ritorno da una delle periodiche gite che ci concediamo tra musei, monumenti e chiacchierate sulla storia patria. Questa volta ad ammirare la Pala d’oro in Basilica e poi su sul parón de casa a vedere la nostra capitale dall’alto (una buona occasione ovviamente per raccontare ancora una volta l’impresa eroica dei Serenissimi del ’97).
In calle del scaleter
Girando a caso tra la folla di turisti ci imbattiamo nel noto (noto per chi legge queste righe almeno) negozio di cappelli e tabarri di calle del scaleter a San Polo.

Mi fermo un attimo mentre affiorano i ricordi e sono indeciso se prendere spunto e spiegare a Pablo il perché, quando lui nota di lì a pochi metri l’insegna di una libreria che non ricordavo esistere in quell’angolo della cittá, chiedendomi di entrare e facendomi così desistere da iniziare una lunga e sicuramente confusa spiegazione su cosa avesse di così particolare quel negozio da meritare una storia.
“Una rivolta” di Enrico Prevedello
La libreria é una nuova Feltrinelli aperta in effetti da non molto, ce ne sono ormai una ventina di librerie per meno di cinquantamila residenti in città storica, un record. Entro poco convinto, ma é tradizione tornare da Venezia con un libro significativo nello zaino a ricordo della giornata, questa é la terza che visitiamo quel giorno senza trovare soddisfazione. All’ingresso in bella mostra trovo un testo dalla copertina e dal titolo accattivanti, “Una rivolta” di Enrico Prevedello.

“Hai sentito di Luciano? Ha sparato al banchiere di Campodarsego.” inizia così la seconda di copertina. Altri pensieri e reminescenze si fanno strada, continuo a sfogliarne le pagine, il libro merita e torna a casa con noi.
Un libro sul venetismo
Quando si legge un libro sul venetismo e sull’indipendentismo spesso si rischia di restarne delusi. Da una parte libri militanti che rischiano di scarseggiare in capacitá di analisi ed autocritica, dall’altra più frequentemente saggi, analisi e trattati di studiosi o presunti tali con tesi preconfezionate piene di pregiudizi alle quali l’autore deve comunque arrivare senza mai cogliere il nocciolo della questione.
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Quello di Prevedello é un libro che non é inquadrabile in queste categorie, a metá tra il romanzo anche personale e l’analisi sociologica, scritto con passione e con la buona volontà di cercare di raccontare quello che ha visto e vissuto e soprattutto di capirlo.
La storia di Luciano Franceschi
Racconta la storia di Luciano Franceschi, e questa é da una parte l’occasione per raccontare la storia del venetismo ma anche la realtà veneta (l’autore é nato e cresciuto a Borgoricco) nella quale tutto questo é germogliato, intervallando tra le pagine episodi della giovinezza dell’autore che contribuiscono a rendere il libro non solo più leggero ma anche in qualche modo più credibile.
In territorio veneto
E quella di Prevedello é sicuramente una narrazione molto credibile: “Quando Luciano mi guardava dicendo che stavo camminando sul territorio veneto, l’orgoglio e la sicurezza che gli leggevo negli occhi mi spingevano a chiedermi se avessi torto io, oppure lui.

Se a Borgoricco, in bottega, lui di lá dal bancone dei formaggi e io di qua, fossimo in territorio veneto, oppure italiano. Oggi credo che una cosa escluda l’altra solo se si ha la presunzione di affermare che possa esistere una sola realtá alla volta. Io ho smesso di farlo dopo un ragionamento durato mesi”.
Il rispetto per l’altro
Il rispetto per il punto di vista dell’altro é forse l’elemento che emerge più chiaramente in questo libro, insieme all’affetto che lega comunque l’autore alla famiglia del protagonista.
Chiunque abbia vissuto intensamente quegli anni si potrà riconosce nelle pagine di Prevedello, non perché venga raccontata la verità (che ammette subito l’autore non può esistere in assoluto) ma perché il tutto viene raccontato con un grande rispetto per il punto di vista dell’altro ed é forse questo l’elemento che emerge più chiaramente in questo libro, insieme all’affetto per la famiglia del protagonista.
Patrik Riondato









