28 Marzo 2024
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Speculazioni sui migranti minorenni, dalla Onlus conti di 367 euro al giorno e pagano i Comuni…

Speculazioni. A usare questa parola è il prefetto di Trieste, Valerio Valenti. Ed è difficile dargli torto. All’interno del business dei migranti, c’è un business senza freni, quello dei minorenni non accompagnati.

Ormai i “presunti minorenni” – presunti, perché documenti non ne hanno – e spesso anche “presunti non accompagnati” perché i migranti con famiglie numerose hanno scoperto che basta che il ragazzo si dichiari minorenne e non accompagnato per caricare sine die il mantenimento dei più giovani sulle spalle dell’Italia – sono una parte sempre più importante degli arrivi di migranti, sia sulla via degli “sbarchi” nel Sud Italia che sulla “via balcanica”.

Costi dell’assistenza ai minori senza limiti

La speculazione alla quale si riferisce il prefetto di Trieste riguarda i costi dell’assistenza ai migranti “minori non accompagnati“. Mentre per gli adulti il business dell’assistenza, che pure c’è, trova limiti precisi nelle norme, per i minori non ci sono tariffe, non ci sono limiti. L’unica cosa che le norme stabiliscono è che i minori non accompagnati siano a carico dei Comuni dove i minori stessi vengono individuati.

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Una norma assurda, che forse andava bene quando i minori non accompagnati erano uno o due. Ma ormai si parla di decine e talvolta centinaia di presenze, che gravano in gran parte, ovviamente, sui Comuni posti sulla “via balcanica“. Per Trieste, per Muggia, per Gorizia è una mazzata. Tanto che la Regione Friuli Venezia Giulia è costretta a intervenire, iniettando milioni di euro nei disastrati conti dei Comuni.

Dallo Stato italiano norme irrealistiche

Perché lo Stato italiano, come al solito, detta norme irrealistiche, tanto pagano gli enti locali. Pensate che lo Stato rimborsa, per ogni “minore non accompagnato” assistito nei Comuni, 45 euro al giorno.

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Peccato che l’ente di assistenza più economico – la Croce Rossa – mandi ai Comuni un conto che arriva a oltre 90 euro al giorno per un minorenne assistito. Ed è l’ente più a buon mercato. Nelle ben 48 strutture di assistenza ai migranti minorenni e non accompagnati, operative nel Friuli Venezia Giulia, e gestite da 26 tra Onlus, alberghi e altre figure giuridiche, i prezzi praticati sono ben altri.

Da una Onlus, conti di 367 euro al giorno

Il conto più spettacolare è quello presentato da una Onlus, la quale chiede ai Comuni addirittura 367 euro al giorno per l’ospitalità e l’assistenza alla singola persona minorenne. Trecentosessantasette euro al giorno! E non è un caso isolato: un agriturismo triestino ha presentato un conto da 143 euro al giorno per un minorenne, altre strutture superano comunque i cento euro al giorno.

Naturalmente su questi conti stellari incidono le condizioni specifiche nelle quali versano i minorenni non accompagnati, incide l’urgenza di trovare una sistemazione ai minorenni appena siano stati intercettati, e incide anche l’allungamento dei tempi dovuto alla quarantena Covid. Ma incide soprattutto il fatto che in realtà non esistano limiti di spesa: le onlus e le altre strutture decidono i costi, e il Comune paga.

Il fenomeno sta dilagando

E il fenomeno dei “minorenni non accompagnati” sta dilagando: nella sola, e piccolissima, provincia di Trieste, nella quale nell’intero 2020 erano stati individuati circa 200 minori non accompagnati, in questa metà del 2021 siamo già a quasi 300.

E la Regione Friuli Venezia Giulia paga…

Tradotto in cifre, significa un conto da milioni di euro, che si abbatterebbe sui Comuni, perché lo Stato, come al solito, fa lo gnorri: non fa nulla per controllare e fermare i flussi di migranti, ne carica l’assistenza sui Comuni prevedendo rimborsi irrealistici, di 45 euro al giorno quando i costi reali arrivano a 367. Sta di fatto che la Regione Friuli Venezia Giulia, per evitare il tracollo finanziario dei Comuni di confine, ha dovuto assegnare 5 milioni di euro aggiuntivi a Trieste, Muggia ed altri Comuni al confine con la Slovenia.

In un Paese normale, e anche nel sistema di autonomie regionali disegnato dalla Costituzione italiana, il costo delle decisioni dello Stato ricade sullo Stato. Regioni e Comuni sono responsabili delle scelte fatte da loro, non di quelle fatte da altri enti. Lo Stato invece non controlla i flussi, spalanca le porte ai migranti, detta norme irrealistiche, e poi scarica i costi di queste scelte sulle Regioni e sui Comuni di confine. E sui loro cittadini, che con le tasse ne sostengono i bilanci.

 

 

 

 

 

 

 

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