27 Luglio 2024
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“Buje? Buie!” Mostra fotografica si apre lunedì 23 a Venezia in Consiglio Regionale

Si inaugura alle 12.30 di lunedì 23 maggio a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, a Venezia, la Mostra fotografica “Buje? Buie!” promossa dall’Unione Italiana.

La splendida città di Buje in Istria (foto di Sl-Ziga, pubblico dominio)

Buje? Buie!

La mostra nasce da una singolarissima iniziativa nata nelle pagine di Facebook, in cui, in una specie di dialogo a distanza, o, se preferite, da remoto, il fotografo Sladan Dragojević pubblicava delle foto in bianco e nero che ritraevano dettagli nascosti o dimenticati del centro storico di Buie, senza alcun riferimento, se non la scritta “Buje?”  invitando all’identificazione del luogo.

A queste domande Valter Turčinović, nato e cresciuto tra le vie buiesi, rispondeva spontaneamente “Buie!”, svelando in versi in istroveneto il luogo e le storie legate a quella particolare immagine.

Buie, l’Istria veneta

Da questo “gioco a distanza” è nata la mostra e la monografia che ha già visto una ristampa visto il grande interesse del pubblico. Buie è una cittadina di rilevanza storica non marginale in Istria: il primo insediamento è un tipico castelliere preistorico, un villaggio fortificato, fondato dagli Histri cui succedettero in epoca protostorica, tra l’età del Bronzo e quella del Ferro, i Veneti della tribù dei Catali e quindi i Romani.

Grazie alla sua posizione strategica, Buie controllava la via Flavia che da Trieste si sviluppava verso Fiume e la Dalmazia.

Il dominio veneziano

Passata sotto Venezia già nel 1358, Buie rimase sotto il dominio veneziano ininterrottamente sino al 1797, controllando l’accesso alla vallata dei fiumi Dragogna e Quieto lungo le strade che conducono vuoi alla Foresta di Montona, particolarmente curata dalla Serenissima, vuoi verso Umago e quindi Parenzo lungo la costa adriatica da cui la cittadina dista circa 14 chilometri.

La lingua istro-veneta

Agli inizi del Novecento, sotto la dominazione austriaca, la cittadina su 3.170 abitanti contava 3.061 italiani di lingua istro-veneta.

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L’esodo di gran parte della popolazione di origine istro-veneta dopo l’occupazione jugoslava al termine del Secondo Conflitto Mondiale mutò profondamente il tessuto locale anche se Buie rimase profondamente legata alla propria storia e identità tanto che al censimento del 2011 il 24,33 per cento degli abitanti si dichiarava italiano e un 10,38 per cento istriano contro un 48,73 per cento di popolazione croata.

Lingua istro-veneta tutelata

Non è casuale se Buie sia diventata punto di riferimento della comunità italiana dell’Istria e luogo di tutela e promozione della cultura istro-veneta ad iniziare dalla difesa della lingua locale dichiarata Bene Culturale Immateriale sia dalla Repubblica slovena sia da quella Croata.

Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale del Veneto, al Festival dell’Istroveneto 2021 di Buje

Il Festival dell’Istro-Veneto

Proprio Buie ospita il Festival dell’Istro-Veneto giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, promosso dall’Unione Italiana e dalla Città di Buje, con il Patrocinio della Regione del Veneto.

Buie, festival dell’istroveneto

Lo scopo di questa manifestazione è quello di “tutelare e promuovere la parlata istroveneta che, nonostante sia una ‘lingua viva’ in quanto attivamente parlata, subisce in seguito ai naturali mutamenti socio-economici, un lento ma inesorabile impoverimento lessicale, in particolar modo nella sfera legata agli antichi mestieri e alla società rurale.

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