Si inaugura alle 12.30 di lunedì 23 maggio a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, a Venezia, la Mostra fotografica “Buje? Buie!” promossa dall’Unione Italiana.

Buje? Buie!
La mostra nasce da una singolarissima iniziativa nata nelle pagine di Facebook, in cui, in una specie di dialogo a distanza, o, se preferite, da remoto, il fotografo Sladan Dragojević pubblicava delle foto in bianco e nero che ritraevano dettagli nascosti o dimenticati del centro storico di Buie, senza alcun riferimento, se non la scritta “Buje?” invitando all’identificazione del luogo.
A queste domande Valter Turčinović, nato e cresciuto tra le vie buiesi, rispondeva spontaneamente “Buie!”, svelando in versi in istroveneto il luogo e le storie legate a quella particolare immagine.
Buie, l’Istria veneta
Da questo “gioco a distanza” è nata la mostra e la monografia che ha già visto una ristampa visto il grande interesse del pubblico. Buie è una cittadina di rilevanza storica non marginale in Istria: il primo insediamento è un tipico castelliere preistorico, un villaggio fortificato, fondato dagli Histri cui succedettero in epoca protostorica, tra l’età del Bronzo e quella del Ferro, i Veneti della tribù dei Catali e quindi i Romani.
Grazie alla sua posizione strategica, Buie controllava la via Flavia che da Trieste si sviluppava verso Fiume e la Dalmazia.
Il dominio veneziano
Passata sotto Venezia già nel 1358, Buie rimase sotto il dominio veneziano ininterrottamente sino al 1797, controllando l’accesso alla vallata dei fiumi Dragogna e Quieto lungo le strade che conducono vuoi alla Foresta di Montona, particolarmente curata dalla Serenissima, vuoi verso Umago e quindi Parenzo lungo la costa adriatica da cui la cittadina dista circa 14 chilometri.
La lingua istro-veneta
Agli inizi del Novecento, sotto la dominazione austriaca, la cittadina su 3.170 abitanti contava 3.061 italiani di lingua istro-veneta.
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L’esodo di gran parte della popolazione di origine istro-veneta dopo l’occupazione jugoslava al termine del Secondo Conflitto Mondiale mutò profondamente il tessuto locale anche se Buie rimase profondamente legata alla propria storia e identità tanto che al censimento del 2011 il 24,33 per cento degli abitanti si dichiarava italiano e un 10,38 per cento istriano contro un 48,73 per cento di popolazione croata.
Lingua istro-veneta tutelata
Non è casuale se Buie sia diventata punto di riferimento della comunità italiana dell’Istria e luogo di tutela e promozione della cultura istro-veneta ad iniziare dalla difesa della lingua locale dichiarata Bene Culturale Immateriale sia dalla Repubblica slovena sia da quella Croata.

Il Festival dell’Istro-Veneto
Proprio Buie ospita il Festival dell’Istro-Veneto giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, promosso dall’Unione Italiana e dalla Città di Buje, con il Patrocinio della Regione del Veneto.

Lo scopo di questa manifestazione è quello di “tutelare e promuovere la parlata istroveneta che, nonostante sia una ‘lingua viva’ in quanto attivamente parlata, subisce in seguito ai naturali mutamenti socio-economici, un lento ma inesorabile impoverimento lessicale, in particolar modo nella sfera legata agli antichi mestieri e alla società rurale.