Netflix propone in questo periodo una serie tv che racconta la vera storia di un’isola costruita in mezzo all’Adriatico che per un po’ di tempo fu considerata una Repubblica Indipendente, chiamata Isola delle Rose.
Non ce ne voglia nessuno ma se dobbiamo parlare di una Repubblica Indipendente allora vi dobbiamo raccontare la storia della “Repubblica di Bosgattia”. Siamo in Veneto, nel Polesine al confine con l’Emilia-Romagna, per la precisione in un isolotto del fiume Po detto il “Balotin”, tra i comuni di Corbola (argine destro) e Papozze (argine sinistro). Qui nel 1946 “La Repubblica di Bosgattia, o detta anche “Tamisiana Repubblica di Bosgattia” ( nel dialetto polesano il Bosgato è il maiale, mentre il Tamiso è il setaccio da cucina utilizzato per la preparazione del pane) dichiara la propria indipendenza e si costituisce come nuovo Stato.
Fuga dalla vita cittadina: la Repubblica libera
L’ideatore di questa minuscola nazione assieme ad un gruppo di uomini fu il linguista milanese Luigi Salvini, (sposatosi con una cittadina di Papozze Matelda Cattozzo). Inizialmente lo scopo principale di tale creazione era allontanarsi per alcuni mesi all’anno dalla logorante frenesia della vita cittadina e dal ricordo ancora vivo del secondo conflitto mondiale, cercando conforto in un’oasi naturale lontani da ogni tipo di comodità. La pesca era l’unica attività per il sostentamento e le abitazioni altro non erano che tende canadesi. Un po’ alla volta si sparse la voce, e la “Repubblica di Bosgattia” cominciò ad aumentare sensibilmente, grazie all’arrivo continuo di visitatori incuriositi da questo particolare stile di vita.
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Ogni Stato che si rispetti ha una sua bandiera, un suo governo e delle sue regole. Anche la “Repubblica Tamisiana” aveva il suo emblema disegnato a mano, un Serenissimo Consiglio degli Anziani chiamato della “Confraternita del Tamiso e del Bosgatto”. Le regole da rispettare erano poche e semplici: per avere accesso all’isola bisognava disporre di un lasciapassare rilasciato dal Consiglio in cambio della cattura di un pesce gatto, era consentito il baratto. Nonostante ciò la Repubblica aveva coniato artigianalmente una sua moneta ufficiale vigente in tutte le spiagge del fiume Po, “il Cievaloro” ovvero il cefalo. Nelle banconote era raffigurata una tenda e il rapporto con la lira italiana era di uno a cinque. Oltre alle banconote furono pure emessi cartoline postali e francobolli raffiguranti scene di vita “bosgattese” il tutto sempre realizzato dal Salvini.
Un’altra particolare caratteristica della “Repubblica di Bosgattia” fu quello di trovarsi precisamente sul 45° parallelo nord, proprio nel punto equidistante tra Polo Nord ed Equatore.
La gastronomia bosgattese
Anche la gastronomia nella Repubblica ha il suo ruolo di fondamentale, tipici erano risotto di cefalo, la zuppa di pesce, la carpa arrostita, il pesce gatto in umido, le anguille e le uova cucinate in modo particolare, i meloni e le angurie. Ancora oggi a distanza di settant’anni questi piatti vengono riproposti e reinterpretati dall’Accademia del Tartufo del Delta del Po.
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Salvini occupò di fatto questo piccolo isolotto per circa 10 anni dal 1946 al 1955, e vi risiedette dal luglio al settembre di ogni anno. Con l’arrivo dell’inverno le tende, le barche, e i vari strumenti venivano trasportati e sistemati nei fienili dei vari agricoltori della zona. Nel 1955 con la decima stagione di Bosgattia, si provvide all’emissione di una divisa commemorativa da quattordici çievaloro, di un francobollo del medesimo valore e i residenti ricevettero un diploma con annessa medaglia.
La morte del fondatore e la fine di Bosgattia
La Repubblica si dissolse improvvisamente nel 1957, quando nei mesi invernali il Salvini si ammalò gravemente e morì. Quell’esperienza di libertà non fu mai dimenticata in questa parte del Polesine. Oggi il ricordo è vivo grazie all’allestimento di un museo specifico nel comune di Papozze.
(Tratto da: Antonio Dimer Manzolli, Repubblica di Bosgattia)
Marco Fornaro