28 Marzo 2024
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Battaglia dei giganti 1515, alle porte di Milano si rievoca la vittoria veneta, e Venezia non c’è

Battaglia dei giganti, nel 1515 la pianura alle porte di Milano, tra San Giuliano Milanese e Melegnano, fu teatro di una delle ultime battaglie della guerra di Cambrai. Fu battezzata “battaglia dei giganti” dal Trivulzio, e Francesco Guicciardini scrisse che le altre battaglie cui aveva assistito, al confronto, erano fanciullaggini.

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Da una parte gli svizzeri, che da tre anni ormai controllavano il Ducato di Milano, e la cavalleria del Duca di Milano Massimiliano Sforza, dall’altra la Repubblica Veneta e il Regno di Francia, alleati dopo lo scioglimento della coalizione che aveva visto tutte le potenze europee coalizzate contro la Serenissima.

Centomila soldati in campo, ventimila caduti

La battaglia durò due giorni, il 13 e 14 settembre 1515, e fu terribile. Quasi centomila uomini si affrontarono nella piana che ancor oggi si chiama Piana dei Giganti. Ventimila furono i caduti, di cui 14.000 nell’esercito svizzero-milanese e 6.000 nel fronte franco-veneto.

La rievocazione storica

Nella Piana dei Giganti, in comune di San Giuliano Milanese, si rievoca ogni anno la Battaglia dei Giganti. Quest’anno, 2022, la rievocazione storica si tiene sabato 10 (di pomeriggio) e domenica 11 settembre.

Battaglia dei Giganti 1515 – guarda il manifesto della rievocazione 2021

Ed è una grande manifestazione storica che richiama migliaia di persone, famiglie, turisti. Nell’anniversario della Battaglia, non manca mai una celebrazione nella chiesa di Santa Maria in Zivido, che ospita migliaia di Caduti, alla presenza di una delegazione ufficiale svizzera, che nel 2015, cinqucentenario della battaglia, venne guidata dalla Presidente della Confederazione Elvetica in persona.

Ma Venezia non è presente

Venezia, almeno ufficialmente, non è presente alla rievocazione, ed è l’ennesimo esempio di quanto la storia veneta, intesa come storia di una grande potenza europea, (e non già di una repubblichetta marinara…), sia stata “cancellata” dalle scuole italiane.

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Perché nella Battaglia dei Giganti, che fu decisiva per le sorti politiche della Penisola e degli equilibri europei per secoli, la Serenissima giocò un ruolo fondamentale: fu l’esercito veneto al comando del grande condottiero Bartolomeo d’Alviano, e la famosa cavalleria veneta, a determinare la vittoria dell’alleanza franco-veneta sugli Sforza e sul fino ad allora imbattuto esercito svizzero.

Il Re di Francia e Bartolomeo d’Alviano

Gli svizzeri schieravano un esercito che non aveva mai conosciuto sconfitte, forte di ben 30.000 uomini, e affiancato da un migliaio di cavalieri milanesi e pontifici, al comando di Massimiliano Sforza.

La Francia – re Francesco I in persona guidava le sue truppe – aveva messo in campo un’armata di 26.000 lanzichenecchi, 4.000 balestrieri e 3.000 cavalieri, e dispiegato alcune decine di cannoni di nuovo tipo, in lega di bronzo, che venivano usati in battaglia per la prima volta.

 

Bartolomeo d’Alviano detto Liviano

Alleata alla Francia, la Serenissima aveva inviato un esercito di 12.000 uomini, con cavalieri e cannoni, al comando del temutissimo Bartolomeo d’Alviano, detto “Liviano”.

I francesi rischiano la disfatta

Gli Svizzeri erano certi della vittoria: lo scontro tra francesi e svizzeri si accese già mentre l’esercito veneto di Bartolomeo d’Alviano marciava ancora a tappe forzate per raggiungere il campo di battaglia.

La prima giornata per i francesi fu durissima, la disfatta venne evitata solo grazie al coraggio personale di re Francesco I che si gettò nella mischia con 300 cavalieri scelti e riuscì a salvare la fanteria che si ritirava disordinatamente, inseguita dagli svizzeri.

Arriva l’esercito veneto

La seconda giornata iniziò male per i francesi, anche re Francesco I fu ferito. Ma alle nove del mattino arrivò l’esercito veneto di Bartolomeo d’Alviano, e ribaltò l’esito della battaglia. La cavalleria veneta attaccò l’ala sinistra dell’esercito svizzero, sbaragliandola.

Una parte dell’ala sinistra dell’esercito svizzero si asserragliò in un villaggio e bruciò nel rogo subito appiccato dai veneti, l’altra parte si diede alla fuga e venne inseguita e decimata dalla cavalleria veneta.

La cavalleria veneta fa strage

L’esito della battaglia si capovolse. L’ala destra svizzera, ritenendo persa la battaglia, si ritirò verso Milano, e la cavalleria veneta poté così attaccare da dietro il corpo centrale dell’esercito svizzero, facendone strage e determinando la vittoria dell’alleanza franco-veneta.

La Battaglia dei giganti segnò per secoli l’assetto dell’Europa, fermando per sempre l’espansionismo degli svizzeri verso la pianura padana e annientando il potere dei Duchi di Milano, da sempre spina nel fianco della Repubblica Veneta.

La nascita della neutralità svizzera

Battaglia dei giganti 1515, il monumento voluto dagli Svizzeri che ricorda i Caduti

Ancor oggi, la Svizzera considera fondamentale la pesantissima sconfitta subìta alle porte di Milano, e la vede come il momento storico della rinascita, del passaggio da una Confederazione impegnata in guerre di conquista alla saggia e feconda neutralità che da allora è il segno distintivo della politica estera della Svizzera. Il monumento ai Caduti, voluto da un Comitato svizzero, riporta infatti il motto “Ex clade salus“, dalla disfatta la salvezza.

 

 

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