27 Luglio 2024
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Sebastiano Del Piombo, la firma: “Sebastianus Venetus faciebat”

L’autentica perla di Ancona è, a mio modesto avviso, la sezione veneta della pinacoteca.

Situata a pochi passi dalla bellissima piazza del Plebiscito che ci ricorda come anche le Marche siano state annesse al Regno d’Italia attraverso un plebiscito-truffa svoltosi nei giorni 4-5 novembre 1860, nel quale i voti favorevoli furono, naturalmente, oltre il 99 per cento, è ospitata nei palazzi Bonomini e Bosdari ed è intitolata al pittore anconetano Francesco Podesti  (1800-1895) che fu il promotore del museo donando numerose opere.

I pittori veneti del Rinascimento

Ma anche qui, come in tanti altri musei,  sono i pittori veneti del Rinascimento i “gioielli” della pinacoteca, quelli che meritano da soli il viaggio.

Troviamo infatti due capolavori assoluti del grande Tiziano, la “Pala Gozzi” e la “Crocefissione con San Domenico”, la bellissima “Pala dell’Alabarda” di Lorenzo Lotto, pittore che proprio nelle Marche ha lasciato straordinarie testimonianze, la “Madonna con bambino” di Carlo Crivelli, altro grandissimo  interprete  della scuola veneta del cinquecento così poco conosciuto in Patria, e una bellissima tela di Sebastiano del Piombo “Ritratto di Francesco Arsilli” sulla quale vorrei soffermarmi.

Sebastiano Del Piombo e la maniera del Giorgione

Sebastiano Del Piombo è un pittore veneto, nato a Venezia nel 1485, che meriterebbe di essere maggiormente conosciuto e apprezzato dal grande pubblico; il suo vero nome, in realtà è Sebastiano Luciani; il Vasari ci dice  che in  gioventù era un apprezzato musicista, un suonatore di liuto.

E sempre Giorgio Vasari ci spiega che “Venutagli poi voglia, essendo ancor giovane, d’attendere alla pittura, apparò i primi principii da Giovan Bellini allora vecchio. E doppo lui, avendo Giorgione da Castelfranco messi in quella città i modi della maniera moderna, più uniti e con certo fiammeggiare di colori, Sebastiano si partì da Giovanni e si acconciò con Giorgione, col quale stette tanto che prese in gran parte quella maniera».

Da Venezia a Roma da Michelangelo

A Venezia si può ammirare la sua maestria nella  pala nella Chiesa di San Giovanni Crisostomo e nelle ante d’organo di San Bortolo a Rialto.

Nel 1511 si sposta a Roma dove, sotto la protezione del banchiere senese Agostino Chigi, diventa uno dei più apprezzati pittori, collaborando con Michelangelo e diventando, dopo la morte di Raffaello, il più ricercato ritrattista.

Sebastiano Del Piombo, Martirio di Sant’Agata. Il grande artista firmava le opere con il suo nome e la sua nazionalità. Qui si legge, in basso a destra: Sebastianus Venetus Faciebat Rome MDXX (Fatto da Sebastiano, Veneto, in Roma, nel 1520).
Sebastiano Del Piombo, Martirio di Sant’Agata. Particolare con la firma dell’artista e la data

Nel 1531 diventa piombatore (o piombino) in Vaticano e da qui nasce il soprannome;

muore a Roma il 21 giugno 1547.

Il ritratto di Francesco Arsilli

Nella tela esposta alla pinacoteca anconetana Sebastiano Del Piombo ritrae Francesco Arsilli, amico e medico personale dell’artista, di nobile famiglia originaria di Senigallia.

L’autorevolissimo storico Paolo Giovio, nella sua opera relativa alle biografie di artisti, così descrive l’opera:

“Ma nel ritratto supera senza confronto tutti gli altri il veneto Sebastiano, che si è anche distinto nell’avvivare le pitture con meravigliosa leggerezza del tratto, velandole poi con un gradevole trapasso di colori.”

L’orgoglio nella firma: “Fatto da Sebastiano, Veneto”

Particolarmente interessante è la firma dell’artista, in basso a destra : “SEBASTIANUS VENET. FACIEBAT”, con la quale il pittore sottolinea la sua identità; nel millecinquecento dichiararsi veneti non era un reato, oggi, in certi ambienti, purtroppo si …

Ettore Beggiato

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