21 Novembre 2025
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Treviso 2 maggio 1797 il n.h. Angelo Giustinian-Recanati affronta impavido Napoleone

Il 2 maggio 1797 Angelo Giustinian-Recanati tenne vigorosamente testa a Napoleone in un incontro che si tenne presso la “Locanda all’Imperatore” vicino alla Chiesa di Sant’Agostino.

Ecco quanto scrivo di un così nobile protagonista della storia veneta nel mio “1797: la Serenissima e l’occupazione napoleonica”.

Ettore Beggiato, 1797 la Serenissima e l’occupazione napoleonica. Copertina by Martina Tauro La Poiana

Angelo Giustinian-Recanati a Treviso

Giustinian-Recanati Angelo detto Giacomo (1757-1813), uno dei pochi patrizi che meritano di essere ricordati (Alvise Zorzi preferisce usare un’altra grafia e scrive Zustinian); Savio alle Scritture, podestà e capitano per diciassette mesi in Friuli, era appena stato nominato  Provveditore straordinario in Treviso, e la sua fama incoraggiò fin da subito la città, tanto che “animati dalla sua presenza i Trivigiani si posero allora al cappello un fermaglio, in cui, intorno al Leone di San Marco, era inciso il motto –Tibi soli Fides Tarvisina (A te solo, San Marco, la lealtà trevigiana)- e ben 600 di loro si offersero in “spontaneo servigio alla patria, ove e come occorresse”. (1)

“Sarò un Attila per lo Stato Veneto”

Il Giustinian incontrò una prima volta Napoleone a Graz, assieme al collega Francesco Donà, il 25 aprile 1797. Napoleone era furioso con la Serenissima e le sue parole non potevano essere equivocate: “Ho ottantamila uomini e venti barche cannoniere; io non voglio più Inquisizione, non voglio Senato, sarò un secondo Attila per lo Stato Veneto. Il vostro governo è troppo vecchio; bisogna che si sprofondi”.

Qualche giorno dopo, il primo maggio a Palmanova avrebbe dichiarato formalmente guerra alla Repubblica Veneta e il giorno seguente arrivò a Treviso; il Giustinian si rese a rendergli onore,  presso la “locanda all’Imperatore” vicino alla Chiesa di Sant’Agostino dove alloggiava, portandogli il saluto della Serenissima.

L’amor di patria di Angelo Giustinian

Napoleone sempre più infuriato con Venezia lo accolse con le solite accuse farneticanti, gli intimò di levarsi dai piedi entro dieci ore, pena la fucilazione; Angelo Giustinian gli rispose che non poteva lasciare Treviso senza ordini dal suo governo; l’aggressore francese sempre più alterato di fronte a un atteggiamento così fermo dichiarò che avrebbe potuto rivedere la sua posizione solo se avesse avuta la testa di dieci inquisitori dello Stato Veneto (richiesta patetica visto che gli Inquisitori dello Stato erano tre …); al che il Giustinian ribattè che se Napoleone voleva il sangue prendesse pure il suo.

Impressionato il Bonaparte da tanta fermezza e amor di patria, gli garantì che i suoi beni non sarebbero stati toccati. Sdegnato, il Giustinian si tolse la spada e la pose ai piedi di Napoleone, dicendo che perduta la patria, tutto era perduto per lui, al che il francese gli restituì la spada e gli permise di andare a Venezia a informare personalmente il Senato.

Il ritiro a vita privata

Angelo Giustinian  passata l’orda napoleonica, entrò nella pubblica amministrazione  sotto il governo austriaco ma per poco, anche se gli vennero riconosciuti ampi meriti. Sì ritirò a vita privata, tornando spesso nella sua villa a Spresiano. (2)

Note

  • Michieli A.A., Storia di Treviso, Treviso 1981
  • Binotto R., Personaggi illustri della Marca Trevigiana, Treviso 1996

Ettore Beggiato

Treviso via Sant’Agostino

 

 

 

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