Venezia – Palazzo Ducale facciata verso il molo, il Leone che non c’è più. L’acquerello è opera di Giovanni Grevembroch e raffigura il Doge Michele Steno inginocchiato di fronte al Leone opera di Jacobello e Pierpaolo delle Masegne.
Nel volume “Leoni di S. Marco” di Antonio Santalena pubblicato a Venezia nel 1906, S. Rosen editore, a pagina 7 viene pubblicato il seguente decreto:
LIBERTA’ EGUAGLIANZA
IL COMITATO DI SALUTE PUBBLICA
ALLA MUNICIPALITA’ PROVVISORIA
DI VENEZIA
… DECRETA
“Primo. – Che tutti què Leoni, che considerati sono come stemmi, o indicazioni del passato Governo, sieno levati da tutti i luoghi ove esistono.
Secondo. – Che il presente Decreto sia demandato al Comitato di Salute Pubblica per la sua esecuzione.”
Data li 29 Maggio 1797. V.S. Anno primo della Libertà Italiana.
ROTA Vice Presidente
PIETRO GIO. CARMINATI Segretario.
Aveva inizio quella che il prof. Alberto Rizzi, il più autorevole storico dei Leoni di San Marco, chiama la “leontoclastia” napoleonica che vedeva gli invasori francesi e i loro collaborazionisti distruggere nel solo centro storico un migliaio di Leoni; quasi tutti quelli che possiamo ammirare nei giorni nostri sono rifacimenti ottocenteschi, anche se ci sono dolorosi vuoti che segnano per esempio la facciata verso il molo del Palazzo Ducale o il portale della Madonna della Salute.
Ettore Beggiato
Venezia – Solennita’ della Madonna della Salute – incisione acquarellata del Brustolon 1780 – particolare con il Leone di San Marco nel portale principale.