C’è un luogo, tra le nebbie e i pioppi del Polesine, che conserva intatta la memoria di un passato glorioso. Siamo a Polesella piccolo centro polesano dove Villa Morosini, affacciata un tempo direttamente sul Po, è molto più di una residenza aristocratica: è una narrazione in pietra dell’identità veneta di terraferma.
Costruita a partire dalla fine del Cinquecento, questa villa nasce dalla volontà della famiglia Morosini, una delle più antiche e potenti casate della Serenissima, di avere una dimora nel cuore agricolo del Polesine. Il progetto viene attribuito, anche se senza prove definitive, al celebre Vincenzo Scamozzi, allievo di Palladio. E in effetti l’equilibrio delle proporzioni e la solennità dell’impianto architettonico sembrano parlare il suo stesso linguaggio.

Villa Morosini non era solo una casa di campagna: era il segno tangibile del dominio veneziano in Polesine, la prova visibile di una nobiltà che sapeva unire bellezza, potere e controllo del territorio.
Doge Francesco Morosini: quando la villa diventò reggia barocca
Ma il momento di massimo splendore per Villa Morosini arrivò nel Seicento, quando a occuparsene fu uno dei suoi membri più illustri: Francesco Morosini, condottiero della Serenissima e futuro Doge, soprannominato il “Peloponnesiaco” per le sue imprese militari in Grecia.

Fu lui a volere una trasformazione radicale dell’edificio. I lavori vennero affidati all’architetto Antonio Gaspari, che arricchì la villa con un nuovo salone nobile sopraelevato, affrescato e decorato con stucchi barocchi. Le quattro torri d’angolo – due preesistenti e due di nuova costruzione – furono completate da una cappella gentilizia, dove ancora si leggono epigrafi settecentesche.
La grande scala monumentale, che oggi appare sacrificata dagli argini moderni, un tempo scendeva fino al fiume. Immaginatevi gli ospiti che arrivavano in barca da Venezia, salendo verso la villa tra colonne e portali, accolti da una residenza che era insieme casa, tempio e teatro.

In quegli anni, Villa Morosini divenne il palcoscenico di un potere raffinato: riceveva ambasciatori, ospitava feste, offriva rifugio a chi cercava riposo ma anche prestigio. Ogni dettaglio, dai soffitti lignei agli stemmi affrescati, raccontava la gloria di un nome e della Serenissima che lo aveva reso grande.
Un’architettura tra terra e fiume

La bellezza di Villa Morosini non sta solo nella sua storia, ma anche nel modo in cui dialoga con il paesaggio. La facciata principale, rivolta verso il Po, è un manifesto di eleganza: lesene ioniche, timpano semicircolare, trifora centrale e simmetria perfetta.
I materiali usati, pietra d’Istria, cotto, legno, parlano di solidità e gusto. Ma è lo spazio interno a sorprendere davvero: un salone d’onore che si sviluppa in altezza, pareti ornate da affreschi e pavimenti in cotto lucidato dal tempo.

Un tempo, attorno alla villa si estendeva un giardino all’italiana, ordinato e geometrico. Oggi restano soprattutto le linee architettoniche e qualche traccia nel verde. Tutt’intorno, il silenzio del paesaggio polesano continua a fare da cornice. E il fiume, pur protetto dagli argini, resta lì, presenza silenziosa e potente.
La Villa Morosini è uno dei pochi esempi dove l’impianto tardo-rinascimentale si fonde con le aggiunte barocche senza perdere armonia, anzi arricchendosi di nuovi significati.
Dal degrado al recupero: una rinascita contemporanea

Per molto tempo, Villa Morosini ha rischiato l’abbandono. Ma nei primi anni 2000, grazie a un importante progetto di restauro, ha potuto tornare a nuova vita. Il Comune di Polesella, con il sostegno della Regione Veneto, ha promosso un intervento conservativo accurato: recupero degli affreschi, restauro dei pavimenti originali, consolidamento strutturale e valorizzazione degli ambienti storici.
Oggi, la villa è sede di eventi culturali, concerti, esposizioni, conferenze. Le sue sale sono tornate ad animarsi, accogliendo visitatori, studiosi, appassionati. Le visite guidate permettono di entrare in spazi solitamente chiusi al pubblico, di scoprire storie, nomi, simboli incisi nella pietra.
Villa Morosini non è più solo un monumento, ma un luogo vivo. Una porta aperta sulla memoria del territorio, una testimonianza preziosa della civiltà veneziana di terraferma.
Per chi ama la storia, l’arte e il paesaggio, è una tappa imperdibile lungo il corso lento e maestoso del Po.
Conclusione

Visitare Villa Morosini significa fare un viaggio nel tempo, tra i fasti della nobiltà veneziana, le trasformazioni barocche, la poesia del paesaggio polesano. Una villa che ha visto passare secoli, guerre, restauri e rinascite. E che oggi, come un’antica signora, continua a raccontare la sua storia con dignità, eleganza e bellezza.
Fonti editoriali:
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Wikipedia (voce: Villa Morosini (Polesella)
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Comune di Polesella – schede del restauro Villa Morosini (2004–2005)
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Cultural Heritage Online – Villa Morosini
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Sull’Amaca blog – “Villa Morosini: un angolo di Venezia in Polesine”
Marco Fornaro








