27 Luglio 2024
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Salviamo il Forte di Sant’Andrea, lo Stato svende la storia della Serenissima!

All’entrata in Laguna dalla bocca di Lido, il Forte di Sant’Andrea, elegante e possente con le sue quaranta cannoniere a pelo d’acqua, è il bastione militare di ultima istanza che doveva proteggere Venezia da flotte nemiche: quindi è, tra le tante, splendide e anche più spettacolari fortezze veneziane nel Mediterraneo, quella più importante, che difendeva la Capitale della Serenissima.

Il Forte cinquecentesco del Sanmicheli

Fu costruito nel 1535, dal famoso architetto veronese Michele Sanmicheli, autore di alcune tra le più belle e moderne fortezze veneziane, sul luogo dove sorgeva una torre di difesa chiamata Castel Novo. Castel Vecio era invece la torre che sorgeva di fronte, sull’isola di Lido.

Forte di Sant’Andrea a Venezia, visibile la forma a punta del bastione difensivo (foto di Paolo O, Creative Commons)

La bocca di Lido, quella dalla quale potevano passare navi di maggior stazza, veniva chiusa di notte da una catena gigantesca, tesa tra il Forte di Sant’Andrea e il prospiciente Forte di San Nicolò, sull’isola del Lido. In mezzo, una fortezza galleggiante pesantemente armata con altri cannoni.

Quaranta cannoniere a pelo d’acqua

Le navi che entravano dalla bocca di porto dovevano sfilare davanti alle quaranta cannoniere di Sant’Andrea, offrendo il fianco ai più moderni cannoni della Serenissima, puntati a pelo d’acqua, sulla linea di galleggiamento.

Forte di Sant’Andrea a Venezia, vista esterna (foto di Adriano, CC)

Il Forte di Sant’Andrea ha anche funzioni scenografiche, di deterrenza: il governo veneto non mancava mai di mostrarlo agli ambasciatori del Turco e delle altre potenze in visita a Venezia.

Fuoco contro la nave di Napoleone

E fu per questo che il Forte non dovette mai sparare un colpo, perché nessuna flotta nemica osò mai affacciarsi in Laguna. I cannoni del Forte fecero fuoco soltanto nel 1797, quando l’ammiraglio Domenico Pizzamano fermò la nave di Napoleone, dal truffaldino nome di Libérateur d’Italie.

Casanova rinchiuso nel Forte

Nel Forte di Sant’Andrea, che fungeva anche da prigione, venne rinchiuso per alcuni mesi anche Giacomo Casanova, che nelle sue Memorie riferisce che la guarnigione era composta da centinaia di persone. Ci era già passato una volta, da giovanissimo sottufficiale della flotta.

Lo Stato lo lascia in abbandono

Il Forte di Sant’Andrea è un pezzo importante di storia militare della Serenissima. Lo Stato italiano lo ha lasciato finora in stato di semi-abbandono.

Forte di Sant’Andrea cade a pezzi (foto UNESCO Dominique Roger)

Le correnti rosicchiano le sponde, le magnifiche mura bugnate in pietra d’Istria del corpo centrale, sul quale svettava la bandiera del Leone, si consumano, arcate possenti con teste di leone ruggente si staccano e cadono. Il Forte cade a pezzi, una vergogna assoluta.

E adesso lo privatizza: scadenza 31 gennaio

E oggi, il colpo di grazia. Lo Stato, invece di avviare le opere di restauro che sarebbero urgentissime, ha avviato un bando “esplorativo” per privatizzare l’intera isola di Sant’Andrea, Forte compreso. Il bando (CLICCA QUI per leggerlo integralmente) invita i privati ad avanzare una “manifestazione di interesse” entro il 31 gennaio 2023.

Forte di Sant’Andrea a Venezia, l’immagine aerea nel bando del Demanio

Il progetto dell’ennesimo albergo

La concessione sarebbe “a lungo termine”, che di solito vuol dire 99 anni. E nel bando, si invita a proporre un piano di “valorizzazione” dell’isola. Cosa voglia dire, è chiaro: è un invito a presentare progetti di nuove costruzioni per uso turistico.

Forte di Sant’Andrea, vista esterna (foto di Adriano, CC)

D’altronde, il privato che sborserà una montagna di denaro per prendere la concessione, lo fa per guadagnarci. Pochi anni fa, nel 2016, soltanto la meritoria azione di Italia Nostra fermò il progetto di edificare strutture alberghiere, con piscine e quant’altro, che avrebbero rovinato l’austero skyline del Forte.

Forte di Sant’Andrea a Venezia, si vedono le cannoniere a pelo d’acqua (foto di Moonik, CC)

Oggi lo Stato ci riprova, a svendere la storia della Serenissima. Fermiamolo. Non c’è davvero bisogno, a Venezia, dell’ennesimo albergo: che il Comune autorizza, salvo poi strillare che ci sono troppi turisti e bisogna mettere il numero chiuso e il ticket d’ingresso…

Un museo della Venezia militare

In un Paese civile, un bene storico dell’importanza e della bellezza del Forte di Sant’Andrea, un pezzo di storia della Serenissima, verrebbe conservato come il gioiello che è.

Forte di Sant’Andrea a Venezia, interni (foto di Adriano, CC)

All’interno della fortezza, nei possenti camminamenti protetti, nel corpo principale, nel palazzo del comando, nelle polveriere e nelle casematte troverebbe luogo la funzione culturale che sola è degna di questo monumento alla forza di Venezia: un museo che ribalti l’idea romantica della Venezia decadente, e mostri la Venezia militare, la Serenissima delle più grandi fortezze del Mediterraneo, dei cannoni, delle battaglie, le milizie, le divise, i reggimenti, le armi, le imprese belliche, la strategia militare della più longeva Repubblica del mondo.

Forte di Sant’Andrea aForte di Sant’Andrea a Venezia, vista laterale dell’isola (foto Chris 73 Wikimedia Commons)

Salviamo il Forte di Sant’Andrea

Salviamo il Forte di Sant’Andrea. Lo Stato non deve svendere ai privati l’isola di Sant’Andrea. Non deve svendere la storia della Serenissima. Deve restaurare il Forte, dargli una funzione degna. E lì, sul pennone del Forte, vogliamo riveder sventolare, libera e sola, la bandiera di San Marco.

Vi invitiamo a guardare il bellissimo video pubblicato da Veneta Nasion: la memorabile lezione dell’avvocato Renzo Fogliata al Forte di Sant’Andrea

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