È possibile un nuovo autonomismo identitario fondato sui principi fondamentali dello Statuto della Regione Veneto?
12 maggio 1797: la fine dell’identità storica e della civiltà veneta?
Il 12 maggio 1797 è una data tristemente memorabile, segnando la fine della Serenissima Repubblica di Venezia con l’abdicazione del Maggior Consiglio e la consegna della città a Napoleone Bonaparte, sotto l’ultimo doge Ludovico Manin.
Il Veneto ha poi attraversato altre epoche storiche fondamentali, con transizioni che, in oltre due secoli, hanno certamente influito sulla definizione attuale dell‘identità e dell’attitudine psicologica del popolo veneto. Un percorso complesso, segnato da eventi spesso tragici, controversi e contraddittori, che hanno profondamente influenzato la sua storia e la sua società. Tuttavia, nonostante fenomeni politici come la Liga Veneta e, successivamente, quella della Lega Nord — ormai da relegare al recente passato — non sembrano aver contribuito alla rinascita di una forte e diffusa coscienza identitaria.

Gli ultimi trent’anni della storia politica del Veneto sono stati caratterizzati dalle lunghe “reggenze” dei presidenti di regione Giancarlo Galan (Forza Italia, 1995-2010) e Luca Zaia (Lega Nord, poi Lega per Salvini Premier, 2010-2025).
Tuttavia, l’elettorato veneto, alle elezioni politiche del settembre 2022, così come quello dell’intero Nord padano, si è decisamente orientato verso Fratelli d’Italia, partito di destra che si concentra su sovranità, identità nazionale e sicurezza.
Questo mutamento della geopolitica elettorale evidenzia uno spostamento verso posizioni che appaiono non facilmente conciliabili con le istanze autonomiste, che avevano avuto un ruolo fondamentale nel panorama politico veneto negli anni passati.
Bisogna considerare, poi, come la recente proposta di autonomia differenziata, scaturita dai referendum consultivi svoltisi nel 2017 in Veneto e Lombardia, si sia scontrata con le decisioni della Corte Costituzionale, che non solo ha “smontato” la legge in questione, ma ha anche ribadito che “i popoli regionali non esistono”, limitando ulteriormente i confini di un’azione politica autonomista basata su specificità etnoregionali.
Un esito paradossale che forse avrebbe dovuto stimolare un dibattito più ampio tra le forze politiche venete e nel mondo associativo, identitario e autonomista.
Dobbiamo rassegnarci a considerare il triste 12 maggio 1797 come un confine simbolico invalicabile, che rappresenta l’incapacità di superare le questioni storiche immediate e di intravedere un orizzonte politico più ampio, basato sulla piena consapevolezza dell’identità di popolo veneto?
I Veneti hanno ormai sviluppato una mentalità conformista, concentrata esclusivamente sulla conservazione dello status quo, anziché impegnarsi in profondi rinnovamenti politici e sociali?
In Veneto, i futuri cambiamenti storico-politici potranno realizzarsi solo in seguito a trasformazioni epocali a livello europeo o globale?
Il “venetismo” nello Statuto della Regione Veneto
Popolo veneto, storia comune e legami con i veneti nel mondo; autogoverno del popolo veneto in forme corrispondenti alle caratteristiche e alle tradizioni della sua storia; identità storica del popolo e della civiltà veneta.
A prima vista, potrebbero sembrare concetti e principi tratti direttamente dallo statuto di un’associazione venetista; in realtà, sono esplicitamente presenti nei primi due articoli dello Statuto della Regione Veneto del 2012, che ha revisionato quello del 1971, nel quale già si affermavano i principi di autogoverno e riconoscimento del popolo veneto.

La loro indicazione nello Statuto rappresenta un percorso di consapevolezza che dovrebbe riflettersi anche nei provvedimenti legislativi e nelle procedure amministrative.
Il Veneto come entità etno-territoriale
L’articolo 1 dello Statuto stabilisce che il Veneto è costituito dal popolo veneto e dai territori delle province di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.
Si chiarisce quindi che il Veneto non è semplicemente un’area geografica o una regione in senso meramente territoriale, ma un’entità fondata, prima di tutto, sul suo popolo, una definizione “etno-territoriale” che sottolinea l’importanza dell’aspetto identitario e culturale come elemento fondamentale di questa entità regionale.
Il popolo veneto, come specificato ancora dall’articolo 1 dello Statuto, non si limita alla popolazione residente nel Veneto; include anche i “veneti nel mondo“, con i quali la regione mantiene, consapevole della propria storia condivisa, legami di continuità e di pensiero, favorendo relazioni durature con i paesi di residenza.
La specificazione “nel mondo” indica non solo le comunità all’estero, come ad esempio nelle “Americhe”, ma anche nelle altre regioni italiane, rafforzando un’identità etnoculturale che si manifesta sia all’interno che al di fuori dei confini statali.
La regione Veneto, quindi, riconosce e promuove un senso di appartenenza e identità che trascende i confini geografici ed amministrativi, un senso di appartenenza che abbraccia non solo i legami attuali, ma si estende anche alle vicende storiche secolari che hanno attraversato il tempo.
Le caratteristiche e le tradizioni della storia del popolo veneto determinano le forme in cui si attua il suo autogoverno
L’articolo 2 dello Statuto afferma che “L’autogoverno del popolo veneto si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e alle tradizioni della sua storia”, indicando che l’autonomia e il governo regionale devono essere coerenti con l’identità storica, culturale, sociale e tradizionale del popolo veneto.
Questo significa che le modalità di governo, le istituzioni, le procedure, i simboli e le denominazioni devono essere riferiti alle specificità storiche e culturali della regione, e quindi, principalmente, alla millenaria Repubblica di Venezia.
Un modo semplice e concreto per rafforzare questa identità sarebbe ripristinare, compatibilmente con le moderne istituzioni, le denominazioni e i simboli di enti ed uffici pubblici della Repubblica veneziana, come il Maggior Consiglio o il Leone di San Marco.

Si potrebbero poi preservare e valorizzare simboli e pratiche che celebrano la storia e la civiltà veneta, anche attraverso denominazioni non ufficialmente riconosciute. Associandole a quelle ufficiali, si rafforzerebbe il senso di appartenenza, contribuendo a consolidare l’identità storica e culturale del popolo veneto.
L’identità storica del popolo e della civiltà veneta
L’art. 2 dello Statuto prevede che la Regione salvaguardi e promuova “l’identità storica del popolo e della civiltà veneta” e concorra alla valorizzazione delle singole comunità.
Per “identità storica” si intende la consapevolezza dell’insieme di caratteristiche, tradizioni, valori, pratiche culturali, simboli e memorie collettive che, nel tempo, hanno definito il senso di appartenenza e l’unicità del popolo veneto e della sua civiltà.
Questo patrimonio comprende certamente la lunga storia della Repubblica di Venezia, le sue istituzioni, le sue espressioni artistiche e culturali, nonché le tradizioni sociali e le identità comunitarie che si sono sviluppate nel tempo.
Lo Statuto della Regione Veneto come modello di riferimento per l’azione politica venetista
Il venetismo, inteso come studio, elaborazione, promozione e diffusione dei simboli e dei valori dell’identità veneta, si è radicato a livello istituzionale, trovando riconoscimento nello Statuto regionale del 1971 e consolidandosi ulteriormente con il testo aggiornato del 2012.
I primi due articoli dello statuto vigente potrebbero quindi servire da paradigma di valutazione dell’azione politica, in senso appunto venetista, per verificare gli esiti raggiunti nel passato e tracciare le prospettive per il futuro.
Lo Statuto della Regione Veneto, nonostante le recenti e contraddittorie evoluzioni dei rapporti politici interni ed internazionali, mantiene integro il suo valore di strumento per promuovere il rispetto e la tutela dell’identità storica e del popolo veneto.
Una nuova generazione di leader politici dovrebbe superare gli schemi ormai anacronistici e le stanche divisioni del passato, predisponendo programmi politici, anche in vista delle prossime elezioni regionali, basandosi sui principi chiari e semplici dello Statuto regionale.
Un rinnovato autonomismo identitario dovrebbe distinguersi, poi, per un approccio sia programmatico sia istituzionale, lanciando nel dibattito pubblico un forte appello all’intera classe politica veneta affinché si impegni, a ogni livello, nella piena attuazione dei principi fondamentali sanciti dallo Statuto della Regione.
Rispettare e applicare fedelmente lo Statuto significa tutelare l’identità veneta in un contesto complesso e illusorio, dove il disorientamento politico può minacciare il senso di appartenenza e distanziare definitivamente il popolo veneto da un percorso di autentica consapevolezza.
CUOREVERDE








