Nel cuore delle insorgenze antinapoleoniche del Polesine e del Ferrarese, Don Carlo Giocoli emerge come figura carismatica e controversa. La notte tra il 12 e il 13 settembre 1809 la sua banda attraversa il Po e colpisce Copparo, segnando uno dei momenti più audaci della resistenza contro il Regno d’Italia napoleonico.
Chi era Don Carlo Giocoli: il sacerdote insorgente del Polesine
Don Carlo Giocoli era un parroco polesano di nobile origine, conosciuto per il suo impegno carismatico nella difesa delle comunità rurali oppresse dalle requisizioni napoleoniche. La sua figura incarna la resistenza popolare contro un sistema fiscale e militare percepito come estraneo. Questo contesto spiega perché egli fu considerato un “brigante” dalle autorità, ma un difensore del popolo dai contadini.
L’assalto di Copparo del settembre 1809
La notte tra il 12 e il 13 settembre 1809 il Giocoli guida la sua banda composta da circa un centinaio di persone oltre il Po, sorprendendo le guarnigioni napoleoniche. L’obiettivo è la Casa del Tesoriere Pubblico di Copparo, simbolo del potere fiscale. L’assalto di Copparo rappresenta uno dei colpi più audaci della resistenza antinapoleonica e segna purtroppo anche l’ultima grande azione del sacerdote-insorgente, prima della sua resa.
Il ruolo delle comunità lungo il Po
I documenti coevi – lettere dei podestà di Crespino, dei prefetti di Rovigo e Ferrara, e rapporti della Compagnia dei Cacciatori – mostrano la paura diffusa che la banda di Don Carlo Giocoli incuteva, e il terrore che essi potessero spingersi ancora una volta nelle campagne polesane. Si organizzarono pattuglie, picchetti e si mobilitò la Guardia Civica per difendere i centri abitati.
Perché Don Carlo Giocoli è importante oggi
Studiare questo personaggio ai più sconosciuto significa comprendere le radici popolari della resistenza polesana e non all’inizio dell’Ottocento. Non semplice “brigante”, ma leader insorgente, sacerdote e punto di riferimento per le comunità rurali. L’assalto di Copparo del 1809 resta una pagina di storia inedita e sconosciuta a cui è tempo di dare maggiore risonanza per comprendere come il mondo contadino sfidò l’Impero napoleonico.
Fonte: Archivio Storico Comunale di Crespino








