Restituire l’onore ai soldati fucilati nella Grande Guerra. La legge veneta, primo firmatario lo stesso presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, passa alla grande. Tutti favorevoli, non solo la Lega, ma anche il Pd, anche Alleanza Verdi e Sinistra, anche le liste Veneto che vogliamo, Veneta autonomia e i consiglieri del gruppo Misto. Trentacinque i voti favorevoli, soltanto quattro i contrari, tutti di Fratelli d’Italia, un partito che però già nel 2021, in Friuli Venezia Giulia, votò senza problemi una legge regionale in tutto analoga a quella veneta.

L’emendamento che escludeva i disertori
Per ore in Consiglio regionale del Veneto la maggioranza di centrodestra ha tentato di evitare la spaccatura con il partito di Giorgia Meloni, che aveva presentato un emendamento alla legge Ciambetti. Un emendamento che escludeva dal perimetro della “restituzione dell’onore” i soldati condannati per reati comuni contro i civili e i disertori.
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“Includere tutti i soldati condannati senza alcuna distinzione significherebbe distorcere la storia stessa, svilire il sacrificio di chi combatté fino all’estremo e ledere la memoria di chi compì fino in fondo il proprio dovere – aveva detto Lucas Pavanetto (Fdi), ieri assente dl voto -. Per queste ragioni abbiamo proposto un emendamento per specificare che fra i fucilati non siano inclusi i responsabili di reati contro la popolazione civile o di diserzione“.
Esclusi gli autori di reati contro i civili
Alla fine, è stata accolta solo una parte di quell’emendamento, quella che riguardava gli autori di reati contro i civili. Ma sui disertori la distanza era incolmabile. Negare d’ufficio ai condannati per diserzione nella Grande Guerra la restituzione dell’onore, avrebbe snaturato la norma, cancellato il senso politico e morale della Legge Ciambetti.

Perché alla fine, leggi come questa approvata oggi, 23 settembre 2025, dal Consiglio regionale del Veneto, sono un grido di indignazione e di condanna morale contro le cosiddette “regole Cadorna“: le norme e le prassi di disciplina militare che furono in vigore nella Grande Guerra sotto il comando del generale Luigi Cadorna.
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Norme e prassi che comprendevano processi sommari, fucilazioni su due piedi senza processo, addirittura la barbara pratica della decimazione, ciecamente applicata in qualche caso persino con la fucilazione di soldati sorteggiati ma certamente innocenti perché lontani, in licenza, e quindi del tutto estranei agli episodi contestati ai loro commilitoni.
Masolo (Avn): ora cambiare il nome alle piazze

Basta sentire quello che dice il consigliere Renzo Masolo (Avn), che mette sotto accusa, nella Grande Guerra, “le responsabilità e i meccanismi di comando: penso ai luoghi della mia città intitolati a persone che nella realtà si sono comportate da assassini, da criminali, da macellai, generali passati come eroi di guerra e così celebrati; dovremmo avere il coraggio di cambiare il nome a quelle piazze e a quelle vie perché sono persone che hanno mandato a morte i nostri più bravi giovani al fronte”.
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Ciambetti: restituire l’onore, obbligo morale
“Oggi abbiamo assolto un obbligo etico e morale – ha commentato soddisfatto il presidente Roberto Ciambetti -, quello di restituire l’onore ai troppi a cui fu ingiustamente rubato con una violenza e ingiustizia inaccettabili. Oggi non abbiamo fatto del revisionismo strumentale ma abbiamo reso giustizia, attraverso una riabilitazione attesa da più di un secolo. Il Veneto, finalmente, si dota di una legge che è un atto di giustizia, invocato anche dal Presidente Mattarella con parole che non lasciano dubbi: ‘La memoria di quei mille e più italiani uccisi dai plotoni di esecuzione durante la Grande Guerra, interpella oggi la nostra coscienza di uomini liberi e il nostro senso di umanità’.
Oggi abbiamo posto le basi per la commemorazione e restituzione dell’onore ai militari fucilati – continua il presidente del Consiglio regionale – non per il giudizio sulla “riabilitazione storica” o la “riabilitazione penale” dei militari fucilati in quel periodo storico, giudizio che spetta, rispettivamente, alle componenti della società civile o alle competenti autorità penali. Chiunque dia un’altra chiave di lettura non ha ben compreso il senso di questo provvedimento”.
La Consulta per la ricerca storica
“Il progetto di legge – ha spiegato Ciambetti – intende promuovere e sostenere le iniziative per una ricerca storica puntuale e documentata. L’istituzione della “Consulta per la ricerca storica”, prevista dalla legge, infatti, è lo strumento attraverso cui la ricerca storica diventa obiettività e indipendenza.
“Oggi finalmente anche il Veneto, con coraggio, si inserisce nella lunga lista di quanti, tra Regioni e Paesi, hanno compiuto un atto di valore etico – annota Ciambetti -. Penso per esempio al Friuli Venezia Giulia, ma anche alla Francia che nel 2014 dedicò giusti e ampi spazi nel Museo nazionale dell’Esercito alle vittime innocenti dei Plotoni di esecuzione o alla Gran Bretagna che aveva riabilitato chi, accusato ingiustamente di codardia e diserzione, era stato fucilato.
“La voce del Veneto arriva a Roma”
“Dal Veneto oggi arriva una sollecitazione importante anche per il Parlamento – ricorda Ciambetti -. Il Senato, nella scorsa legislatura, ha infatti approvato all’unanimità una mozione in Commissione Difesa, a conclusione dell’esame sulle prospettive della riabilitazione storica dei militari fucilati a seguito di processi sommari e senza l’accertamento della loro responsabilità, in cui si sollecitava il Governo ad “avviare ricerche, garantendo l’accesso a tutti documenti disponibili per offrire una testimonianza di solidarietà ai militari caduti, ai loro familiari e alle popolazioni interessate”. Un invito cui tuttavia non è seguito un atto di giustizia. Spero che la voce del Veneto oggi riesca ad arrivare fino a Roma”, ha concluso Ciambetti.
Alvise Fontanella