“Scempio ambientale”. “Luna park per il marketing del Prosecco”. “Violazione della tutela ambientale in zona protetta e delicatissima”, “Minacciate molte specie protette”.

Perbacco, cosa mai può aver attirato la fierissima reazione dei militanti di Alleanza Verdi e Sinistra, capeggiati dal consigliere regionale veneto Andrea Zanoni, i quali hanno prima cercato di fermare l’opera con ricorsi all’Arpav, e poi inscenato una protesta in riva al lago con striscioni e bandiere tricolorate? Un cementificio? Un grattacielo? Un nuovo ipermercato? Una fabbrica inquinante sui Laghi di Revine? Un inceneritore, una discarica abusiva?

Incredibile: obiettivo di siffatte battaglie e di parole tanto pesanti è solo una scultura. Una scultura di legno, che svetta imponente, solitaria e bellissima in mezzo alla radura.
Lo scultore Martalar e il legno di Vaia
L’opera dello scultore Marco Martalar, di Asiago, è realizzata con legno di Vaia: legname di recupero degli alberi abbattuti dalla tempesta, che diventano così testimoni di una resurrezione alla vita, alla bellezza. Materia naturale, riciclabile, sostenibile. Invisibile sotto trenta centimetri di prato, solo una sottile piattaforma di calcestruzzo sostiene il monumento.

Tarzo, il Leone di San Marco più grande del mondo
ll Leone alato, un Leone di San Marco, sulle rive del lago di Lago, in comune di Tarzo, è già un’attrazione turistica.

Decine e decine di persone s’incamminano disciplinatamente sulla ciclabile ancora in corso di realizzazione, in località Fratta, prendono la stradina del camping verso il lago, e poco prima, sulla sinistra, lo vedono, laggiù sul prato: l’imponente scultura, alta sette metri, larga due e lunga otto, è il Leone ligneo di San Marco più grande del mondo. Ed è magnifico, emozionante.
Il sindaco Gianangelo Bof e Luca Zaia

Voluta dall’Associazione per il patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e dal sindaco di Tarzo, il deputato della Lega Gianangelo Bof (eletto sindaco con l’88% dei voti…), la grande scultura lignea è stata inaugurata pochi giorni fa dal presidente del Veneto Luca Zaia.

Lo scultore Marco Martalar ha popolato la montagna e l’ambiente non solo veneto con le sue ormai celebri, e bellissime, opere realizzate con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia.
Scempio ambientale…
Legno sofferto, strappato atterrato sfilacciato tritato tra i tronchi crollati a terra uno sull’altro, ed ecco da quella disperazione formarsi orsi, cervi, lupi, draghi, donne levarsi al cielo, aquile tornare a volare sulle montagne di Trento e di Belluno, sui laghi alpini, sulle valli sterminate da Vaia. Quelli di Mortalar sono monumenti alla vita che non muore, che risorge e torna a volare.

Nessuno, mai, che noi si sappia, ha guardato con occhi torvi questa poesia, questi inni di legno che Martalar continua ad innalzare al cielo. Mai nessuno ha parlato di scempio ambientale, di disturbo di specie protette. Eppure i luoghi dove sono state erette queste sculture sono molto spesso, come sono i laghi di Revine, luoghi di grande valore ambientale, naturalistico, paesaggistico.
Orsi e lupi, draghi e aquile vanno bene…
Eppure la sola scultura di Martalar che ha attirato critiche feroci, che ha innescato polemiche durissime, che si è tentato di impedire in tutti i modi, è questa, sul lago di Lago.

Fosse stato un pesce, un delfino, un drago, un dinosauro, un’aquila, un orso o un lupo di legno, tutto andava bene: tutto sarebbe filato liscio, com’è stato sulle rive di tutti i laghi alpini, sulle coste di tutte le valli, sulle colline e sui monti dove l’artista di Asiago ha levato i suoi monumenti.
Il Leone di San Marco non s’ha da fare
Ma il monumento ligneo sui laghi di Revine, no, questo non s’aveva da fare: perché è un Leone alato, un Leone di San Marco. E si sa, per i giacobini di oggi vale sempre il decreto dei giacobini di ieri, dei tempi dell’infame Napoleone: “Chi grida Viva San Marco, pena di morte”.
Alvise Fontanella