21 Novembre 2025
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Super autonomia per Roma capitale, per il Veneto solo sberle: alla Lega va bene così?

Approvato in Consiglio dei ministri l’ennesimo provvedimento di favore per Roma. Si tratta di un disegno di legge costituzionale, che attribuisce a “Roma Capitale” uno status particolare, un’autonomia solidissima, per certi aspetti superiore a quella di cui dispongono le Regioni a Statuto ordinario come il Veneto.

Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministra per le Riforme istituzionali nel governo Meloni

L’Autonomia, ostacolata e negata quando la chiede il Veneto, viene regalata a Roma, e col consenso dei veneti come la ministra per le riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, firmataria del disegno di legge insieme a Giorgia Meloni, e nel clamoroso silenzio dei ministri della Lega.

La modifica della Costituzione

Addirittura, viene modificato l’art. 114 della Costituzione, aggiungendo Roma Capitale tra gli enti costitutivi dello Stato:

“La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, da Roma Capitale, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane, Roma Capitale e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”.

Super autonomia a Roma

Non basta: il disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri attribuisce a Roma una super autonomia, facendone un ente legislativo, al pari delle Regioni e in varie materie superiore a queste. Ecco il testo:

Roma è la capitale della Repubblica. Esercita la potestà legislativa nelle seguenti materie: trasporto pubblico locale; polizia amministrativa locale; governo del territorio; commercio; valorizzazione dei beni culturali e ambientali; promozione e organizzazione di attività culturali; turismo; artigianato; servizi e politiche sociali; edilizia residenziale pubblica; organizzazione amministrativa di Roma Capitale.

Per il Veneto, solo sberle

Ma non basta. Il disegno di legge costituzionale condivide con Roma Capitale, in blocco, le “competenze concorrenti”, cioè le materie in “cogestione” tra Stato e Regioni, elencate al terzo comma dell’art.117 della Costituzione. Si tratta di quel pacchetto di materie che vengono rivendicate dal Veneto in base alle norme sull’autonomia differenziata. Ma per il Veneto, solo sberle.

I nuovi poteri di Roma

Leggere, per credere, quanto dispone in proposito il disegno di legge:

La potestà legislativa attribuita a Roma Capitale dall’art. 114, terzo comma, della Costituzione, come modificato dalla presente legge costituzionale, è esercitata nelle materie di competenza concorrente ai sensi dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione, nel rispetto dei principi fondamentali determinati dalla legislazione dello Stato.”

Palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale (foto di Jastrow, PD)

E quali sono queste materie di competenza concorrente? Sono precisamente quelle per ottenere le quali il Veneto si batte da anni, invano, scontrandosi pure con sentenze della Corte Costituzionale che mettono in discussione la possibilità di trasferirle alle Regioni, anche se questo è espressamente previsto dalla Costituzione. Eppure ora, quelle stesse competenze che non si vogliono trasferire al Veneto per non mettere in discussione la sacra unità della Repubblica, ora il governo le condivide pacificamente con Roma Capitale, senza che dai ministri della Lega si oda neppure la più timida obiezione.

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Al Veneto niente, ma a Roma si può

Ecco le competenze “concorrenti” elencate nell’art. 117 della Costitzione sulle quali Roma Capitale avrà potestà legislativa:  rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.

Un miliardo a Roma

Ciliegina sulla torta: Roma Capitale, per far fronte alle nuove competenze, si vedrà attribuire un’ampia copertura finanziaria: si parla di almeno un miliardo di euro all’anno, pare aggiuntivo alle risorse attuali, già più volte irrobustite per ripianare l’eterno deficit della città eterna.

Non in nome del Veneto!

Non è facile comprendere come mai un simile disegno di legge possa essere stato impunemente approvato in un governo in cui siedono esponenti della Lega. Qualcuno si alzi e dica: “Non in nome del Veneto”. Non in nome degli elettori del Veneto!

L’approvazione di queste norme di vasta autonomia per Roma Capitale deve almeno essere condizionata alla concessione al Veneto dell’autonomia differenziata. Altrimenti, fateci capire cosa ci stanno a fare i partiti autonomisti al governo!

Se sono ancora autonomisti, naturalmente…

Alvise Fontanella

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