27 Luglio 2024
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18 dicembre 1509: la Dedizione Adriese alla Veneta Repubblica

Alfonso d’Este duca di Ferrara succeduto al padre Ercole morto nel 1505 volle approfittare della Guerra dichiarata dalla Lega di Cambrai contro la Veneta Repubblica nel 1509 per dar vendetta e recupero del perduto Polesine. Recuperato già nel giugno dello stesso anno gran parte dei territori polesani, Venezia non tentennò ad intimare guerra anche al Ducato estense e il 22 novembre 1509 Angelo Trevisan entrò con oltre 100 legni nel Po alle Fornaci. Risalendo il Po il Trevisan incontrò i paesi di Corbola e Papozze e come un déjà-vu vennero incendiati e distrutti gli edifici di queste comunità estensi come 30 anni prima nella guerra del sale del 1482.  Il Veneto Senato venuto a conoscenza di tale sconsiderata azione del Trevisan, intimò a quest’ultimo di cessare immediatamente le violenze, e se ne guardasse bene da ripetere tali azioni sconsiderate. Procedette egli in direzione di Guarda Veneziana per poi fermarsi a Polesella. Sarà qui che la Veneta Repubblica incasserà la sua più grande sconfitta fluviale alcuni giorno dopo il 22 dicembre ad opera di Alfonso d’Este.

La Dedizione di Adria

Il Doge Leonardo Loredan (foto web)
Il Doge Leonardo Loredan (foto web)

Adria non fu attaccata, probabilmente perchè i Veneti furono ricevuti senza ostacolo. E’ ormai noto che nella città polesana oltre ai già noti due quartieri “Tomba” e “Castello”, vigevano anche due fazioni opposte da molti anni. La fazione filo-veneziana e quella filo-estense. Quest’ultima governava la città.  Benvenuto Bocca appartenente alla fazione filo veneta persuase la Patria a fare volontaria Dedizione al Serenissimo Dominio. Il Bocca era convinto che il tempo degli Estensi fosse terminato in città. Egli in primis voleva evitare lo scontro che, come nel 1482 rase al suolo Adria. Recatosi a Venezia dinanzi al Doge Leonardo Loredano, ne riportò il 18 dicembre la Dedizione, come oratore e nunzio della Fedelissima Comunità Adriese. La Veneta Repubblica confermò gli Antichi Statuti della Comunità Adriese già in vigore con in più certe franchigie particolari tra le quali lo smercio di grisole, e lavori di canne.

 

Gli anni successivi

Cippo a sostegno del Gonfalone Marciano datato 1559
Cippo a sostegno del Gonfalone Marciano datato 1559 (foto autore)

Grazie all’intervento di Benvenuto Bocca, la città adriese evitò un ennesimo scontro fratricida come quello del 1482. Adria non poté evitare comunque il passaggio e l’occupazione di truppe straniere durante la guerra di Cambrai. Al termine del conflitto, che vide Venezia vittoriosa sui nemici, Adria continuerà a rimanere fedele alla Veneta Repubblica per i successivi tre secoli (senza mai una rivolta interna) sino al tramonto della Dominante.

 

Marco Fornaro

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