19 Aprile 2024
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7 ottobre 1513 durante la guerra di Cambrai battaglia della Motta (Vi)

Il Senato Veneto, irritato e allarmato dalle continue devastazioni che imperiali e spagnoli compiono nella terraferma veneta, dà ordine a Bartolomeo d’Alviano  di porre fine a tutto questo e si arriva così, il 7 ottobre 1513, alla battaglia della Motta di Costabissara (Vi), dove l’esercito della Serenissima deve fronteggiare l’esercito spagnolo guidato dal Cardona supportato da 3500 lanzichenecchi tedeschi.

Una pesante sconfitta

Per la Repubblica Veneta fu una sconfitta molto pesante, con la perdita di circa 4.000 soldati; nella ritirata le truppe del d’Alviano, tra l’altro, trovano le porte di Vicenza chiuse e sono costrette a riparare a Padova

Di questa battaglia, c’è una truce descrizione del Buzzaccarini che arrivò sul posto dopo una settimana e così descrive il campo di battaglia:

Im oto zorni dapoi fato el fati d’arme, foi a vedere i morti. L’è chonsonante che (è opinione comune che) tuti fuse morti in do ore o tre. El ce n’era che era marciti marci e alchuni era intreghi chom se i fuse stati amasati alora alora. Quilli corpi non fu sepulti, fo magnadi da chorbi, chornage, chani, da lovi, per quilli lochi era asai de quisti animale e fo sopra quilli chorpi, fo magnadi tuti da queste bestie. Fo gran manchamente del Vicerè che non li fece sepelire”.

Le truppe spagnole in ritirata

Le conseguenze di una sconfitta così pesante non furono però così devastanti,  anche perché le truppe spagnole, stanche, indebolite dalle perdite, infastidite dalle piogge invernali e dai terreni melmosi si ritirarono in Este e Montagnana in attesa di tempi migliori.

(tratto da “La Lega di Cambrai e la Serenissima” di Ettore Beggiato)

Nella foto Cippo commemorativo della battaglia della Motta di Costabissara (Vi)

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